Ho sempre pensato che il conservatore sia uno che ad un certo punto si guarda intorno e si accorge che il mondo intorno a sé è cambiato più velocemente di quanto non fosse lecito attendersi, e soprattutto che è cambiato male.
Non mi sono mai riconosciuto in questa categoria, anche se ci sono eccezioni rilevanti quali la cucina mediterranea (le orecchiette si fanno con le cime di rapa, e la “fusion” di certi cuochi è solo insostenibile confusion) e il calcio (rivoglio la Coppa dei Campioni e i numeri di maglia da 1 a 11). Eppure, quando ho visto lo spot della Renault Twingo, mi sono scoperto conservatore mio malgrado.
Sì, insomma, quello delle due amanti bendate eccetera eccetera. Eccheccacchio, io da ragazzino per reciperare certi ammiccamenti erotici dovevo attendere Colpo Grosso alle 23 (e le tv locali avevano una pessima ricezione). Oppure risolvere con la fantasia. Quella che manca a certi pubblicitari, ma soprattutto a certi dirigenti d’azienda (sì perché i pubblicitari ne fanno di proposte creative valide, ma poi a scegliere sono sempre sessantenni pornomaniaci).
Poi dice che uno cambia canale quando c’è la pubblicità…
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L’imprinting
Quando si stende e mette i piedi sul divano, so da chi ha preso mia figlia e so a chi l’ha visto fare. Le manca solo un po’ di padronanza con il telecomando, e poi sarà tutto papà. Quando va in giro su e giù per la casa con una cornetta del telefono in mano tutta presa in lunghi dibattiti e colloqui in monosillabi di fantasia, riconosco il fenomeno dell’imprinting.
Ma quando la piccola afferra una scopetta e la agita di fronte a sé canticchiando motivi immaginari, allora capisco che puoi fuggire da X-Factor, Amici e il Festival di Sanremo, ma loro ti troveranno comunque…