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Buona strada, Strunzy

Oggi, cari 25 lettori, permettetemi di ringraziare i miei familiari e nella fattispecie le mie figlie, che mi hanno concesso il privilegio di conoscere Strunzy.

Strunzy era un grillo dalle dimensioni ragguardevoli che durante le ore notturne acquisiva una grande voglia di cantare. Deve essere entrato da una finestra incautamente lasciata aperta dalle mie figlie che io ho chiuso solo più tardi.

Da qui si è posizionato sul mio comodino, dove ha cominciato a cantare. Alle tre in punto. Che burlone che era Strunzy, ci mancherà tanto.

Quando ho visto l’ora puntuale, ho pensato a una sveglia puntata male: certo che per programmare una sveglia perché suoni alle tre del mattino devi essere davvero molto distratto. Ma non c’erano sveglie a cui attribuire la colpa. Allora ho pensato a qualcuno in strada: ma nessun antifurto fa un suono paragonabile a quello che produceva Strunzy. Come se qualcuno facesse scattare un interruttore, come un contenitore che si apre e si richiude a tempo.

Ci siamo divertiti, io e lui. Lui che fingeva di essere sparito, per poi ricominciare a cantare appena io riprendevo sonno. Che mattacchione!

Io che cercavo di farlo uscire mentre lui gironzolava tra l’armadio e la scrivania. Purtroppo la nostra amicizia è finita verso le 4 e un quarto, 4 e mezza, per colpa della mia ciabatta che l’ha disintegrato con un colpo secco e ben assestato.

Buona strada Strunzy, adesso sveglia gli angeli del Cielo.

Aste al ribasso

Si chiamano aste al ribasso: non vi indicherò collegamenti ipertestuali perché non voglio che ve la prendiate con me se poi buttate via i vostri soldi. Se poi avete la passione per il lotto o il gioco d’azzardo, non leggete neppure questo post.
Il principio però è divertente: c’è un oggetto messo all’asta, prevalentemente computer o cellulari ma anche telefoni. Lo vince chi offre di meno. Tutto qui? Non proprio. Vince chi offre di meno a patto di essere l’unico ad offrire quella cifra. E, ovviamente (altrimenti dove sarebbe il guadagno del gestore?) le offerte costano 1 o 2 euro.
Faccio un esempio: offrite un centesimo per un Iphone, ma non lo vincete, perché altri 30 hanno offerto un centesimo. Non vince neanche chi offre 2, 3 o fino a 2 euro, perché sembre utenti doppi. Quello che ha azzecato la cifra giusta, mettiamo 2 euro 15, vince. Insomma, ? una specie di lotteria. Anche perch? uno potrebbe offrire tutte le cifre da 1 centesimo a 5 euro. In questo caso la vincita ? quasi certa, ma costerebbe mille euro.
L’unico dubbio riguarda l’onest? dei gestori. E già perché se un’asta su Ebay è pubblica, o almeno noi la reputiamo tale (se poi c’è qualche utente finto che alza la posta difficile sgamarlo), quella al ribasso è, per natura, segreta. I nomi dei vincitori vengono pubblicati, ma voi vi fidereste?
Se qualcuno ha avuto delle esperienze che vuole raccontarmi, per ora io sto alla finestra…

Statale 7 Quater

Statale 7 Quater non è un romanzo spensierato da leggere per rilassarsi sotto l’ombrellone. Non è neanche una storia piacevole da raccontare mentre si aspetta il metro, non è una favola edificante o un noir con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Statale 7 Quater è un romanzo disperato, rassegnato, angosciante. Un romanzo necessario, di quelli che ti invitano a vedere quello che non sei più capace di osservare: storie di degrado urbano, di violenza, di miseria, storie che siamo abituati ad anestetizzare attraverso il tubo catodico. Ma non si può cambiare canale, quelle vite ci sono, quella sofferenza ci riguarda, possiamo disinteressarci ma non negarne l’esistenza. L’autore tratteggia con gusto del dettaglio e mano ferma panorami desolati e drammatici dai quali tuttavia emerge, come una pennellata di colore su un ritratto in bianco e nero, l’umanità di chi non si rassegna. Intorno ad una strada, che congiunge Napoli con Roma, si dipanano le storie di giovani costrette a prostituirsi, di droga, di vendette tra clan rivali, di solitudine e abbandoni, di ordinaria corruzione. Storie brutte, indiscutibilmente, ma preziose per chi considera la letteratura non tanto come evasione quanto come testimonianza. Una volta uno come Mallozzi forse si sarebbe definito un verista, uno scrittore che racconta la realtà senza far sentire la sua presenza, che la osserva in punta di piedi mentre si dispiega davanti ai nostri occhi in un lamento silenzioso.
Statale 7 Quater è un romanzo sgradevole ma necessario, un romanzo crudo che apre una finestra su una realtà degradata che vorremmo non esistesse. Ma c’è, e se ne sappiamo un po’ di più lo dobbiamo anche a questo bel romanzo di Mallozzi.