Risulta difficile, qualcunque sia il punto di vista, rallegrarsi perché a qualcuno è stato negato il diritto di esprimersi. Anche se non si condividono idee e opinioni, anzi a maggior ragione quando non si condividono idee e opinioni, il dialogo è fondamentale, e per dialogare bisogna ascoltare. Per questo ritengo il fatto che il papa abbia rinunciato a presenziare all’apertura dell’anno accademico alla Sapienza un brutto segno di intolleranza e anticlericarismo sterile (molto, molto meglio sarebbe stato ascoltare il discorso di Nazinger e poi eventualmente contestare i punti non condivisibili).
Ma il punto che mi fa riflettere è un altro: inutile girare intorno alla questione o far finta di niente, questo papa è antipatico. Sarà un grande teologo, un uomo pio e forse un santo, ma simpatico, secondo l’accezione che si da alla parola nell’era della comunicazione, non lo è. Ogni volta che viene invitato da qualche parte, salta fuori qualche grana. Alla Sapienza gli contestano di aver detto 15 anni fa che il processo a Galieli fu ragionevole. I musulmani gli contestavano una citazione ambigua su Maometto, gli ebrei di voler ripristinare la messa in latino con sgradevoli strascichi razzisti. Insomma, c’è sempre qualcuno – a volte a ragione, a volte no – pronto a estrapolare qualcosa dai discorsi di Nazinger: se andasse allo stadio a vedere la Roma qualche studioso tirerebbe fuori un commento in latino in cui definiva l’inferiorità di Bruno Conti rispetto a Rumenigge, se lo invitassero alla prova del cuoco qualcuno avrebbe pronto un suo appunto in cui sottolineava l’eccellenza del crauto rispetto al fagiolo bartolotto. E meno male che in Vaticano ha il suo appartamento personale, perché se vivesse in condominio quelli della scala 1 troverebbero modo di contestarlo in seguito a quella ricerca post conciliare in cui il pontefice si scagliava contro le scale condominiali dispari.
L’uomo è indiscutibilmente antipatico, Woytila alla Sapienza ricevette la laura honoris causa tra applausi e commozione, a lui non vogliono dare nemmeno il biglietto di ingresso. Di certo, però, la sua personalità è cristallina, non si può certo dire che chi l’ha eletto pontefice non si aspettasse per esempio le sue invettive contro il relativismo. E allora, cari cardinali, l’avete voluto, adesso tenetevelo: sappiate però nell’era della comunicazione di massa, così ben capita da Giovanni Paolo II, eleggere un papa antipatico ha delle controindicazioni, come quella spiacevole dei vostri giorni.
C’è bisogno di missionari, non di professori.
La prossima volta (fra cent’anni, per carità, fra cent’anni) pensateci un attimo prima della fumatina bianca e andatevi a leggere per bene quello che il candidato pontefice ha scritto e detto in gioventù.
Perché se non lo fate voi, prima o poi qualche studentello rompiscatole lo farà…
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Poteva andare peggio
Nel centrosinistra si dicono soddisfatti della sconfitta elettorale: il messaggio in sintesi è che sì, è stata una mazzata, ma poteva andare peggio. Certo anche Napoleone era ancora vivo dopo Waterloo e a Roma la vita continuò anche dopo il sacco dei Vandali, ma insomma, mi sembra curioso come atteggiamento. Il sindaco di Verona in carica ha perso contro un leghista che ha superato il 60%: se i politologhi del centrosinistra dicono che se l’aspettavano, mi domando cosa sia successo in questi anni nella città scaligera per meritare un tracollo simile.
La mia impressione è che la mazzata l’abbia presa soprattutto il nascente partito democratico. Da un anno infatti i leader di quest’area non fanno che parlare di liberalizzazione del mercato, necessità della presenza militare in Afganistan, rilancio dell’imprenditoria. Argomenti seri, ma fino a prova contraria, più vicini a Smith che a Keynes, più a Reagan che a Kennedy.
Tanto vale votare allora la destra vera, devono avere pensato in tanti, se l’alternativa è una destra finta. Senza contare che il risanamento lo stanno pagando i soliti contribuenti che si sono visti anche peggiorare enormemente la vita in città da un indulto che per liberare quattro amici ha messo in libertà migliaia di criminali.
Non è un voto politico, ma amministrativo, rispondono. Contenti loro. Come dire: non abbiamo ricevuto una bastonata in testa, ma tra le gambe. C’è una bella differenza, poteva anche andare peggio.
Contenti loro, ripeto: anche perché se non si danno una mossa, la bastonata in testa prima o poi arriva.
Ops, m’è esploso il vaso
Appena l’ho vista ho pensato ad uno scherzo, ad una di quelle pubblicità costruite per creare uno shock di finta informazione giornalistica.
Invece è proprio vero: ci sono vasi che per un problema di fabbricazione vanno in frantumi più facilmente di quanto non si creda. Se ne avete, riportateli indietro. I dettagli li vedete nell’immagine, il box è stato pubblicato sul Resto del Carlino e La Repubblica, e chissà quanti altri giornali. Che il vetro è un materiale fragile, non lo scopriamo certo oggi grazie a questi campioni nordici; che però sia importante non mettere le mani sulla base o vicino ad essa neanche per restituirla, è veramente inquietante…
PS Se l’avete regalato a vostra suocera o al vicino di casa antipatico, complimenti! Mai regalo fu più azzeccato!Non gli faremo sapere nulla.