Poi dice che uno scarica illegalmente.
Non voglio neanche aprire l’argomento diritto d’autore, anche se dovremmo chiamarlo diritto di sfruttatore
perché i legislatori, più che tutelare gli artisti, sono ossessionati dalla tutela per gli editori (e non è la stessa cosa). Però voglio raccontare che ho provato ad acquistare un paio di canzoni in mp3 dal portale di Mediaworld: in fondo, un euro a canzone circa mi pare un prezzo ragionevole. Meno ragionevole è che dopo il download il computer vada in crash (scusate l’anglismo, mi correggo: si pianta), i tre file mp3 scaricati non ne vogliano sapere di suonare perché un messaggio sui DRM (i sistemi di controllo sui diritti digitali) mi dice che sono protetti, ed io non abbia alcun modo di ascoltare la musica che ho pagato.
Magari è stato un caso sfortunato, magari è stata colpa del mio computer, magari sono l’unico a cui è successo ma così non va.
Questi orpelli – e penso anche ai cd originali che per fortuna la Sony ha smesso di produrre e che non funzionavano su alcuni supporti – dovrebbero ostacolare i pirati, e invece ostacolano i fruitori onesti. Per cui il fessacchiotto che ha pagato il suo euro per la canzone non può ascoltarla in autoradio o su un altro computer, il furbo che s’è scaricato tutta la discografia di quell’autore può distribuirla ai parenti con gli omaggi della casa.
Ma siamo uomini, o caporali?