Sulla mia scrivania c’è un contrasto che balza agli occhi. Il giornale parla di una crisi senza via d’uscita che preannuncia un futuro fosco. Il volantino pubblicitario del centro commerciale mostra uno smartphone superchic supercool che costa quasi settecento euro.
Allora è vero che la crisi non c’è, è un’invenzione dei giornali? No, non è vero, c’è eccome. Allora è vero che i ricchi sono sempre più ricchi e possono premettersi il lusso? Sicuramente è vero, ma dubito che acquistino lo smartphone in un supermercato. Lo prenderanno in uno di quei negozi curati come boutique del centro con commesse che sembrano modelle.
La soluzione dell’enigma è semplice. A comprare quei cellulari costosissimi, magari a rate sono quelli della mia generazione. La mia generazione è immersa nella crisi, alle soglie dei quarant’anni molti gironzolano nel precariato contenti in fondo di avere ancora una carriera di successo da sognare, spendono in viaggi esotici con l’eterno fidanzato/a quasi tutto ciò che riescono a mettere da parte, vanno a mangiare da mamma più spesso di quanto mamma non facesse dalla nonna e per non pensare ad un futuro che li vede settantenni senza pensione, senza casa, senza famiglia.
La mia generazione vive nel mito di Kurt, Jimi, Janis, Jim ed Amy, e non si accorge che ha superato i 27 anni già da un po’.