Mancano poche ore alle agognate vacanze. Devo chiudere un paio di pratiche, inviare qualche e-mail, preparare tutto per il rientro. E devo farlo in fretta. Una collega mi chiama. Ha dei problemi con una password. In quei casi, la tentazione di rispondere con un “leggiti il manuale”, o “chiama l’assistenza” o “adesso non ho tempo” è forte. Però decido per un giorno di dismettere l’abito da burbero e faccio il gentile, vado nel suo ufficio, sistemo il problema che è relativamente semplice, la collega mi saluta sorridente, nel mio piccolo le ho risolto la giornata. È bastato così poco.
Quando alcuni anni fa cominciai a lavorare a Monzuno, proprio quella collega con lo stesso sorriso affettuoso, di fronte alle proteste a volta immotivate dei cittadini, mi ricordò che “I den semper la colpa alla C’muna” (è sempre colpa del Comune).
Una frase che ho portato con me e che porterò ancora oggi che quella collega non potrà più ricordarmela.
Cara Maria, quando scherzavamo dicendo che non saremmo mai andati in pensione, non pensavo certo che saresti stata di parola. Mi consola solo saperti vicina alle persone cui hai voluto più bene e che tanto ti mancavano.
Non sarà certo un’odiosa password o un sistema informatico complicato a impedirti l’accesso dove andrai ora. E sono contento di essere stato gentile con te l’ultima volta che ci siamo visti.
Siate sempre gentili con gli altri, se ci riuscite. Perché non è detto che ci sia sempre una possibilità per rimediare.
Ciao Maria. Danno sempre la colpa al Comune.
Ma io e te sappiamo che non è vero…