Mangia che ti fa bene! Tutta salute! Benedica! Quanti di noi sono cresciuti ascoltando queste frasi? Provenienti da una cultura contadina, genuina e che non tanti anni prima aveva conosciuto la fame, da bimbi abbiamo imparato che se c’era un modo per far contenti i grandi era pulire il piatto. Tanto poi si correva in bici in cortile, si giocava a calcio per strada e ci si arrampicava in posti pericolosi dove i grandi non potevano vederci. Ma Per i bambini di oggi non è così facile. Non è per fare della retorica alla via Gluck, ma certo oggi i cortili non ci sono più, e se ci sono sono invasi di automobili, per giocare a palla bisogna prenotare la palestra (carissima) e gli appartamenti sono talmente piccoli che al limite bisogna arrampicarsi per salire sul letto al castello. E come se non bastasse sempre più spesso c’è del ketchup nel panino al posto del formaggino, i mitici Atene sono sostiuiti da biscotti con glassa e cioccolata, i tarallini boicottati e gelati alla crema preferiti a quelli alla frutta. Il risultato è che un bambino su tre (dati resi pubblici oggi) è a rischio di obesità. Probabilmente diventerà un ciccione, insomma, diciamolo senza troppi giri di parole, è così che lo chiameranno i compagni di classe: mangia troppo e si muove troppo poco. Io quando ero piccolo lasciavo sempre il sugo in fondo al piatto (lo faccio tutt’ora, e non so di preciso perché non ho mai avuto un buon rapporto con la scarpetta) e mi dicevano: che sciocco che sei, hai lasciato tutto il meglio.
Oggi sono contento di averlo lasciato lì e non essermelo accumulato nella pancia…