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Voglio un nuovo tv: bastano 40 euro?

Terza puntata, terzo consiglio sull’acquisto del televisore e dell’eventuale impianto home theather:
MEGLIO ESSERE I MIGLIORI IN SERIE B CHE DELLE SCHIFEZZE IN SERIE A.
Intendo dire questo: stabilite il vostro budget, dopo di che lasciate perdere l’offertona tutto in uno che vi permette di avere schermo piatto, cinque casse, amplificatore, motorino e lavastoviglie a mille euro. Lasciate perdere, i componenti di qualità non possono costare troppo poco. So di amici che hanno speso 200 euro per impianti tutto in uno (lettore dvd+amplificatore+casse) e lamentano che questo effetto cinema non è poi un granché. 200 euro sono un costo dignitoso per i cavi, forse, parlando di alta fedeltà, altro che impianto completo. Se non avete molto da spendere, vi capisco, ma non pretendete la luna: meglio un televisore dignitoso con delle buone casse integrate, che un ammasso di plastica che viene da qualche oscura periferia orientale.
E per piacere, non fatemi neanche sentire quei discorsi tipo "Ah io il televisore l’ho preso non di marca, tanto paghi solo la pubblicità, i componenti dentro poi sono uguali".
Le marche nell’elettronica di consumo non sono questione di firma, come per i vestiti, ma se poi avrete bisogno del centro assistenza della GoldTVSuperExt2000, sede unica nel Laos, non farete più tanto i dritti. Il marchio si costruisce con la qualità e la tradizione. Poi qualcuno ne abusa.
Ma io alla GoldTVSuperExt2000 (spero non esista davvero un marchio così, l’ho inventato!) posso dare 100 euro per un lettore mp3 o un 14 pollici in cucina, per il salotto preferisco qualcos’altro. Alla prossima.

Odore di macho

Il mio primo articolo di costume sui maschi non ha riscosso molto successo (meno di 10 click), segno che evidentemente o non era un granché l’articolo o non interessa l’argomento. Oggi ci riprovo perché non voglio essere tacciato di misoginia, se andrà buca anche stavolta torneremo a parlare delle amate donzelle.
Il tema delicato che da secoli mina le fondamenta della convivenza civile è quello dell’odore. Cattivo. Proprio in questi giorni il direttore della metro inglese ha invitato i viaggiatori a lavarsi di più, sorvolando sul fatto che l’estate la temperatura underground supera la soglia consentita per il trasporto di animali. Però è un dato di fatto, i piedi maschili puzzano più di quelli femminili. Come mai? Perché agli uomini non è consentito andare a lavorare senza calze, per esempio; perché i sandali in ufficio sono proibiti; perché gli uomini grezzi vanno poco in bagno e quelli meno grezzi ci vanno soprattutto per leggere il giornale. Quindi si può lavorare sulla frequenza giornaliera del pediluvio; si può bandire il calzino di lana (giammai! Lascia scie del suo passaggio anche dopo giorni e se riposto in valigia causa reazioni inconsulte e guaiti da parte dei cani anti-droga in aeroporto); si possono riporre nell’armadio gli scarponi da ginnastica gomma al 100% da sigillare sotto vuoto e tirare fuori solo se strettamente necessario. E per il resto, affidarsi alla fortuna, e sperare che la vostra prossima preda sia raffreddata.

Lo stato dell’arte

Sabato pomeriggio sono stato alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, dove ogni tanto vado a fare due passi tra la bellezza (per chi non c’è mai stato: non siamo ai livelli stratosferici di Roma o Firenze, ma Carracci, Giotto e la Santa Cecilia di Raffaello meritano una visita). Ci arrivo gongolante perché, dopo anni di orari impossibili (tipo dal lunedì al venerdì 8-12), finalmente i musei hanno ampliato la loro offerta: si può andare alla pinacoteca tutti i giorni tranne il lunedì dalle 9 alle 19. Però…c’è un però. Siamo pochi, mi spiegano alla biglietteria. Niente aula magna, ci sono dei lavori. Ah. Vabbè. Peccato. E niente Giotto. Ma perché? Siamo pochi, le ho detto, non possiamo tenere aperte tutte le sale. Se ne approfitta fra un po’ un collega apre il barocco. Il rinascimento invece è chiuso, ma lo riapriremo alle 17. E Giotto? Giotto no, non se ne parla. Ma si sa quando lo riaprirete? Dipende, alcuni colleghi hanno l’influenza, ad altri hanno dato il part-time…ci arrangiamo giorno per giorno…Decidiamo volta per volta. Provi a ripassare. Ho fatto un giro tra ciò che mi hanno fatto vedere, sbirciando i corridoi chiusi e aspettando che un custode chiudesse il barocco e aprisse il rinascimento. Chissà quando potremo rivedere Giotto. Esco per strada, c’è un sacco di gente che fa shopping, vorrei dire a tutti che hanno chiuso i capolavori di Giotto in una stanza al buio perché non c’è personale. Ma ho la triste impressione che non importi granché a nessuno, ed è un’impressione davvero triste.