Mi è capitato di ascoltare in radio una serie di spazi elettorali concessi ai partiti per promuoversi in vista delle elezioni politiche, e la mia attenzione è caduta su un partito che non conoscevo, i verdi-verdi.
Si chiamano così, per distinguersi dai verdi (una volta sola). Ma non è l’unica differenza. Nel messaggio i verdi-verdi spiegavano che loro sì, sono a favore della difesa dell’ambiente, ma a patto che non freni le grandi opere ed i servizi che essi apportano alla comunità; dicevano di essere contro l’inquinamento delle centrali elettriche e a carbone, e di proporre, come soluzione… il nucleare! Chiarivano di essere contro il biocentrismo, perché va be’ gli animali saranno pure carini, ma isnomma non esageriamo, il dominio dell’uomo è nell’ordine naturale delle cose. Può darsi che abbia frainteso io, ma il fatto che i verdi-verdi stiano con il centrodestra e che sostengono come il federalismo fiscale sia la soluzione dei problemi ambientali, mi fa sospettare che il verde a cui pensano loro è quello di Pontida.
In ogni caso, siamo in democrazia, se qualcuno li vuole votare, lo faccia. Spero solo che non sia l’origine di una moda: già lo immagino un partito dei nuovi repubblicani che sostiene che la repubblica è importante a patto che al re venga delegato il potere esecutivo, il partito dei pensionati che vabbè sti vecchi devono campare ma mettiamo un tetto d’età e poi eutanasia, il partito dei consumatori che si batte per i diritti di chi consuma più di tutti, cioè le grandi imprese.
Credete che non racimolerebbero qualche voto?
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Precariato o tasse?
Come si fa a discernere qualcosa nella campagna elettorale fatta di insulti, comparsate nei programmi sportivi e di cucina e amenità varie? Semplice. Si guardano i cartelloni pubblicitari. Che novità, starete pensando. E invece una novità c’è: i due poli hanno cominciato a fare pubblicità comparativa, e per cui si può capire quello che farà tizio vedendo cosa di lui dice caio. La sinistra dice: oggi precariato domani lavoro. Oggi leggi su misura, domani riforma. Segno che nel programma del centro destra c’è un aumento delle forme di lavoro “flessibili”, per usare un eufemismo, più le solite leggine per ad personam. La destra afferma: “Tassare i tuoi risparmi? NO grazie”. “Fermiamo le grandi opere? no, grazie”. Segno che evidentemente ci sono buone ragioni per pensare che il centrosinistra aumenterà le tasse e fermerà le grandi opere. Certo non è una bella prospettiva, ma temo sia il modo più realistico per capire che cosa ci tocca aspettare. A meno che non decidano una volta per tutte di trasmettere direttamente le intercettazioni anziché questi inutili dibattiti televisivi, così forse finalmente ne capiremo di più…