? più grave rubare ad un parlamentare un po’ di sudore, oppure che un parlamentare faccia uso di stupefacenti vietati dalla legge?
? più grave intercettare un ladro, o rubare?
? più grave denunciare loschi traffici, o gestirli?
La privacy è un diritto sacrosanto, per carità, ma talvolta ho l’impressione che si esageri.
Chissà in quanti, di fronte a San Pietro, si lamenteranno che i raccolti per il giudizio universale violano la loro riservatezza…
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Vespar condicio
Mi aspettavo di più l’ammetto. Anni fa, il mitico settimanale “Cuore”, per sintetizzare la sua politica e le sue promesse elettorali, titolo “Pane e fi*a per tutti”. Breve e conciso. Ieri sera tutti ci aspettavamo una chiusura con il botto, qualcosa di memorabile. Le premesse c’erano tutte: i peli sulla testa del premier sembravano più lucidi e disciplinati del solito, gli autori del Bagaglino gli avevano preparato un paio di battute efficaci, la nottata passata a chiacchierare con i telefoni erotici avevano ringalluzzito l’unto da Arcore che sembrava in vena di picchiare. Il colpo di teatro è arrivato, con tanto di gestualità e dito rivolto verso il pubblico (ditemi che non sono stato il solo che ad un certo punto ha avuto l’impressione che stessero per apparire in sovraimpressione i numeri del mobilificio Aiazzone). Cancelliamo l’ICI.
Ebbè?
Tutto qui?
Sono cinque anni che il governo tartassa e sbudella gli enti locali, che oltre tutto sono quasi tutti governati dalla sinistra. Dov’è la novità? E poi, come si fa a cancellare una tassa che è gestita autonomamente da un altro ente? E’ un po’ come se avesse promesso: se vinciamo noi, potrete viaggiare gratis in Francia. Sì, vallo a spiegare a Chirac. Oppure: votatemi, e la Polonia si ritirerà dall’Iraq. Se vince il centrodestra spesa gratis nei centri commerciali. No, sono deluso. Visto che c’era, poteva per lo meno prometterci telefonate porno per tutti, o la legalizzazione della sosta in seconda fila. Di più, pensioni a 2000 euro per tutti, salario sociale a 3000 euro, un ponte che congiunga Cagliari e Civitavecchia, la riconquista delle colonie africane e la prima base spaziale sulla luna dotata di decoder satellitare per vedere le partite del Milan. Visto che c’era.
Se devi sparare una frottola, sparala grossa, no?
Equivalenze
Iniettarsi eroina è come fumare uno spinello.
Attaccare uno stato che potrebbe attaccarti è come difendere la pace.
Ammazzare un ladro che cerca di rubare l’argenteria è come sparare per difendere la propria vita.
Non pagare il canone o evadere il fisco (eludere, dicono adesso) è come opporsi pacificamente ad uno stato oppressore.
Ho sempre di più l’impressione che questo governo non abbia sbagliato i calcoli: semmai le equivalenze.
Però un metro è ancora composto da 100 centimetri…
Gli amici degli animali intelligenti
Paul McCartney nel corso di un’intervista alla BBC si è scagliato contro la pratica “medievale” cinese di ottenere pellicce da cani e gatti. L’ex Beatles ha spiegato che non si esibirà mai in un posto dove tali operazioni barbare sono praticate, e anzi ha invitato al boicottaggio dei prodotti cinesi. Ora, a parte il fatto che – secondo i cinesi – le pellicce di gatto sono vendute soprattutto in America ed Europa come la stragrande maggioranza dei prodotti cinesi, la mia domanda è: perché è barbaro uccidere un gatto, mentre del visone non ci importa niente? Perché ci scandalizziamo se da quelle parti mangiano il cane a noi caro, mentre non ci facciamo scrupoli ad addentare la bistecca bovina, cosa che sarebbe sacrilega altrove? Perché la mucca può essere macellata e il cane no? L’impressione – lasciando stare il caso di McCartney, sul cui impegno ecologista provato da anni non ci sono dubbi – è che ancora una volta anche dietro questi discorsi emerga il nostro imperialismo culturale, e l’idea sottintesa che gli animali più intelligenti abbiano maggiore diritto alla vita.
Forse sono un po’ matto, ma tutte le volte che sento un servizio televisivo che con tono di tragedia racconta che un delfino è morto tra le reti di una tonnara, a me dispiace per quelle centinaia di tonni su cui non piange nessun giornalista amico degli animali…
E dalle co ‘sto falsetto…
Il falsetto è quella tecnica di canto che produce suoni acuti e striduli e permette di raggiungere note molto alte; in alcuni casi, penso ai Cugini di Campagna, è diventata una specie di marchio di fabbrica, una caratteristica stilistica predominante. Da qualche anno è tornata di gran voga, ma se si tollerano volentieri le divagazioni di Bono su Lemon o i trucchetti dal vivo ci certi cantanti metal che non si sognano nemmeno di riprodurre gli acuti (ritoccati) incisi sull’album, quando si esagera con questo falsetto la faccenda diventa irritante. Penso a Irene Consoli, che sembra canti dopo aver fatto sei piani di scale e mi trasmette un po’ del suo isterismo, a Elisa, che sfiata con minore frequenza ma ogni tanto lascia partire un gridolino, artiste brave che secondo me non hanno bisogno di questi espedienti per farsi notare. Penso a questo James Hunt, che canticchia “High” con il tono di un undicenne effeminato. Ultimamente ho sentito una canzone che mi piace molto, “Mentre tutto scorre” (bellissimo il titolo eracliteo, un po’ ingenuo il testo ma cresceranno), di una band, i Negramaro, che è oltre tutto pugliese e per questo a me più cara; la canzone è bella, ma il cantante abusa platealmente di ‘sto benedetto falsetto, in alcuni momenti dà l’impressione di avere due mollettonni attaccati alle palle che lo infastidiscono non poco e gli impediscono di cantare serenamente. Cari cantanti, se la nota è troppo alta abbassate la tonalità, cambiate la melodia, cambiate mestiere, ma smettetela di imporci queste vocine gracchianti. Il falsetto è un nostro diritto quando cantiamo sotto la doccia: voi potete fare di meglio.