Auguri, mamme.
Il giovane papà (sempre meno giovane, sempre più papà) ha deciso di festeggiarvi condividendo per voi un breve dizionario contenente la traduzione bambinese-italiano dei pianti più frequenti, secondo l’esperienza che si è potuto costruire in questi anni. Attenzione, però: i valori si riferiscono esclusivamente a pianti femminili (non è detto che i maschi piangano nela stessa maniera, si attendono verifiche in tal senso), e poi ogni bambino ha una percentuale di creatività che potrebbe portarlo a sovvertire queste interpretazioni.
Condivido comunque, chissà che i vostri riscontri non siano analoghi:
- Aaaaaaaaaaah (urlo lungo, ininterrotto, con lievi sobbalzi, tipo ritornello di Alanis Morrisette): perché vi ostinate a non fare quello che dico io?
- A-ha, a-ha, a-ha (urlettini intermittenti come dei piccoli colpi di tosse): sono profondamente delusa, il mondo è peggiore di come me l’aspettassi e ho bisogno di coccole
- A-ha, a-ha…(silenzio), a-ha, a-ha (silenzio) a-ha, a-ha (più forte). Su questo cari genitori dovete stare molto attenti, perché vuol dire che si sono fatte male sul serio. Di solito il silenzio serve loro infatti a verificare cosa cavolo è successo e perché.
- Aaaaaah…ahhhhh….ohhhhhhh (urlo con diverse tonalità, trascinato, intervallato da singhiozzi, tipo assolo di tromba jazz improvvisato): sono una donna, benché piccola, e ho bisogno di attenzioni e di qualcuno che esegua i miei ordini. Dove diavolo siete quando ho bisogno di voi?
- Eheheheheeeeeeh..eheheheheehhhhhhhh (colpettini crescenti e progressivi all’inizio con cavalcata finale e urlo, tipo assolo di Steve Harris e Dave Murray): quella vigliacca di mia sorella si è di nuovo impadronita del mio giocattolo preferito.
- Uhi…ihi…ihii… (Piccoli miagolii, poco convinti, quasi infastiditi. Avvengono tipicamente nel sonno) Maledizione, dov’è finito il mio ciuccio e quanto ci mette papà a trovarmene un altro? Se stavolta mi sveglio davvero poi sono cavoli amari per tutti.
PS. La foto non è mia, l’ho presa da una banca dati online. Non sono così cinico da fotografare le mie bimbe quando piangono. Anche perché nell’agitazione potrebbero rovinarmi l’obiettivo.