“Fisicamente” è un avverbio, e come tutti gli avverbi andrebbe usato con parsimonia; come un suo collega (quell'”assolutamente” che domina le nostre risposte affermative e negative) sta vivendo un momento di gloria in questa stagione della lingua italiana.
“Dobbiamo fisicamente dirgli…” “abbiamo bisogno fisicamente di un supporto” “questo sarà un’occasione per scambiarci fisicamente delle esperienze”. Le battute triviali si sprecano, in un tripudio di doppi sensi che finalmente riporta in auge il corpo, o meglio il fisico, ai danni dell’anima, con buona pace dei seguaci di San Paolo e dei mistici di tutto il mondo. Ma non è questo il punto: interessante è invece notare come in una società dove tutto è immateriale, si discute tramite videocellulare o conference call, si scrive solo con le e-mail e ci si innamora via chat, torna alla ribalta un avverbio che differenzia un’attività dalle altre proprio per il suo aspetto concreto, fisico, materiale. Una volta sarebbe stato pleonastico, adesso suona indispensabile. Come sempre, evitiamo di esagerare. Meglio “vorrei farle una proposta di persona, se ne avrò l’occasione” di “vorrei fisicamente farle una proposta”. A meno che l’interlocutore non sia una bella donna procace e la proposta qualcosa che di cui non si può parlare in un blog per bene come questo…
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9 maggio 2004 – Fiera del libro di Torino
C’eravamo anche noi, a Torino, a presentare “Bello dentro, fuori meno” (noi non nel senso di pluralis maiestatis, ma nel senso di io e l’editore di Nonsoloparole Edizioni). Visto che l’argomento della fiera era la narrativa umoristica – il titolo recitava appunto “Ridere è una cosa seria” – l’occasione è stata quanto mai propizia per incontrare i lettori. Sì perché ho scoperto che ci sono dei lettori – pochi, per carità – del mio romanzo anche al di fuori della cerchia di parenti e amici che si sono sentiti obbligati a comprarlo e che tutte le volte che mi vedono mi ripetono “l’ho comprato ma non ho ancora avuto il piacere di leggerlo”…
E quasi mi dispiaceva rovinare il libretto intonso con la mia dedica, devo riallenarmi un po’ in calligrafia, un paio di firme erano davvero brutte, e sapete quanto è difficile ripetere una bella “C” ellittica, mi riesce bene solo quella del nome, quella del cognome è sempre un po’ deludente. Migliorerò.
Cominciano ad accorgersi del mio libro anche i librai, soprattutto quelli piccoli e coraggiosi, visto che stanno arrivando le prime ordinazioni: bene, ma non è certo il momento di rilassarsi, se avete ancora difficoltà a trovarlo, fatemi sapere che in un modo o nell’altro vedo di attivarmi. E poi insomma, tutti continuano a ripetere questa litania del successo della letteratura comica legato a ragioni sociologiche, storiche, culturali, insomma, devo proprio essere l’eccezione alla regola?
A presto. Pace e bene