Ne abbiamo più o meno sentito parlare tutti: un giornalista decide di sottoporsi ad una strana dieta,
e a pranzare al McDonald’s per un mese. Si fa seguire da tre medici e da un dietologo, tutti gli dicono che ingrasserà, forse gli saliranno colesterolo e trigligeridi, ma nessuno pensa che possa davvero essere pericoloso. L’esperimento è seguito dalle cineprese che ne hanno fatto un film pluripremiato (Supersize me), e ci accorgiamo giorno per giorno l’effetto che BigMac e Coca Cola in quantità industriali hanno su un giovane in buona salute abituato a ben altra alimentazione (la fidanzata è vegetariana).
Impressionante è un aggettivo che non rende merito a quello che si vede, è tremendo, agghiacciante. Prendendo per buono quello che succede (ci sono analisi mediche e documenti, ma si sa, diffidare è sempre opportuno con il cinema americano), vediamo il giovane ingrassare (9 chili in un mese) ma soprattutto lo vediamo soffrire di tachicardia, insonnia, depressione (che gli passa solo quando mangia hamburger), impotenza (be’ questo per fortuna non lo vediamo ma ce lo racconta la fidanzata).
Dopo 18 giorni il fegato è messo talmente male che i medici gli sconsigliano di andare avanti perché rischia dei problemi irreversibili. E così via in un viaggio attraverso gli Stati Uniti, intervallato da interviste ad esperti, medici, nutrizionisti, insegnanti di educazione fisica, con un quadro – sulla scia di Michael Moore, di cui si sente l’influenza – drammatico sulla situazione degli Stati Uniti, dove una persona su dieci è obesa e i ragazzi mangiano barrette di cioccolato e patatine fritte in mensa.
Che dire? Io al McDonald’s, quando ci vado, prendo acqua minerale, insalate e frutta. Ma dopo questo film, non mi fido più neanche di quella…
PS Il dvd è pieno di extra interessanti quasi quanto il film, che ne fanno un prodotto molto intelligente: è così che si fanno i dvd (vero, Universal?)