Allora, mettiamoci d’accordo.
O Miss Italia è un concorso in cui delle belle fanciulle disinibite mostrano le loro grazie nella speranza che la vista di tanti centimetri di pelle ignuda metta di buon umore uomini (e donne) che le offrano di continuare a mostrarsi, anche più nude, ma solo se è un nudo artistico. In cambio di bei soldoni. Oppure è uno spettacolo culturale per celebrare la bellezza femminile e la capacità della gioventù di intrattenere, emozionare, stupire.
Nel secondo caso, lo dico subito, non servirebbero bikini (perché si è belle anche in abito da sera), per valutare non basterebbero pochi sguardi dei giudici, e soprattuto alle concorrenti dovrebbe essere concessa un po’ più libertà di esprimersi al di fuori di rigidi binari (adesso balla; adesso canta; su la gamba; cuccia).
Nel primo caso, nel caso in cui finalmente ci decidessimo ad ammettere senza ipocrisia che ci piace vedere delle belle ragazze in mostra, scommetere su di loro, commentare audacemente la loro esibizione…
Allora perché non il lato B? Perché non mostrare le ragazze anche di spalle? Non dico che è la prima cosa che molti uomini guardano nelle donne (anche perché di solito è difficile stringere la mano ad una persona e sbirciarle il posteriore), ma sicuramente è quella che fa la differenza tra una bella donna e un “tipo”. Sarebbe bello una Miss Italia alle nove di sera con ragazze vestite che sfilano e poi suonano e poi recitano versi scritti da loro. E una alle undici e mezza dove sorridono come oche, sbattono le ciglie e si fanno inquadrare il popò. Ma è la neotelevisione, bellezza, e tutto dev’essere sempre mischiato, ambiguo, indefinito: senza lato B, però, che non si dica che siamo maschilisti…
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Sommersi da un mare di ipocrisia
Presunte associazioni di teleutenti chiedono a gran voce che Miss Italia sia squalificata e punita per aver posato l’anno prima insossando solo capi di biancheria. Che vergogna, che scandalo. Già, perchè stare una settimana in bikini davanti ai teledementi che scommettono su chi vince invece è un modo dignitoso di fare carriera.
Mezza Italia dà dell’incompetente al ministro dell’economia, se poi quello stufo molla tutto e se va, apriti cielo, grande preoccupazione e sgomento. Nessuno che dica evviva, c’è evidentemente ancora qualcuno in Italia a non avere il sedere incollato a vita alla poltrona.
Mentre in Sicilia si continua a morire per interventi di routine, un’equipe italiana esegue per la prima volta un trapianto di cellule staminali per sconfiggere il diabete, sembra per ora con successo: piccola nota, i medici lavorano da anni a Miami. A nessuno viene il dubbio che i medici italiani sono bravi, ma chi destina i fondi alla sanità un po’ meno. Ma allora, sono io che sono impazzito, che tutto a un tratto ho un rigurgito di populismo, o stiamo affondando in un mare tempestoso di stucchevoli comportamenti ipocriti?
21 settembre
Secondo tutte le stime in Italia cala il numero dei disoccupati. Quelli del Nord espatriano, quelli del Sud si ammazzano.
Miss Italia ha rassicurato tutti: non lascerà il fidanzato per fare carriera. E poi un’autista le farà comodo.
Simona Ventura ha annunciato che fra tre anni lascerà il mondo dello spettacolo. Meno 94608000. Meno 94607999. Meno 94607998…
Nella città del Vaticano saranno proibite le proiezioni e la distribuzione su vhs e dvd di Lilli e Il Vagabondo perchè secondo alcuni teologi si tratterebbe di una coppia di fatto non sposata.
Negli ultimi giorni è mancato ripetutamente il numero legale in Senato. La maggioranza sta studiando una tecnica che permetterà ai pianisti più atletici di votare contemporaneamente per cinque colleghi.
Paparinze paparinze paparinze…
“Sarà vero, dopo Miss Italia avere un papa nero? Non mi par vero…” cantavano alcuni anni fa i Pitura Freska, gruppo ska-reggae veneto. In effetti non pare vero a nessuno, se in questi giorni tutti sembrano escludere la possibilità che sia eletto un papa di colore. La chiesa non è ancora pronta, avrebbe ammesso Arinze, cardinale nigeriano, l’unico uomo di colore che potrebbe ambire alla carica di successore di Pietro. Se non ce l’ha fatto Gatin nel 78 (altro porporato africano piuttosto influente all’epoca), non ce la farà neanche Arinze. La chiesa non è pronta, si dice. Non sono stati sufficienti 2000 anni di tradizione a preparare l’avvento di un papa di colore? Si dice che la popolazione cattolica africana è troppo esigua per ambire a questo riconoscimento; sono comunque più numerosi di noi italiani, che pure candidiamo più di un pretendente (mi sia perdonato questo linguaggio da bassa politica, lo uso perché efficace anche se poco elegante). Si dice che la tradizione del cattolicesimo è europea, occidentale; ho qualche dubbio, visto che Gesù stesso era indiscutibilmente ebreo, e probabilmente non era biondo con gli occhi azzurri come spesso raffigurato. E anche il primo papa, Pietro, non era proprio italiano (e c’aveva pure famiglia, ma questa è un’altra storia). E Sant’Agostino, tanto per citare un santo non proprio di secondo livello, era indiscutibilmente africano, anche se non di colore (nacque in Numibia). E poi, se ci fosse un papa di colore italiano, o francese, o messicano verrebbe eletto? Ho i miei sospetti.
Io spero in Papa Arinze. Spero nella vitalità e nella gioia della chiesa africana. Nella speranza di riscatto che un papa di colore può portare a quella gente. Suona anche bene, paparinze paparinze paparinze. Se la chiesa non è pronta, che si prepari…