Più o meno tutti sanno che i bambini attraversano una fase “orale” in cui scoprono il mondo attraverso la bocca: oltre alle dita e al succhiotto infatti i bebé sono tendenzialmente portati ad assaggiare un po’ quel che capita, con conseguenza anche serie se il papà ha lasciato in giro la scatola degli attrezzi o le pillole del nonno. Ebbene, quella fase orale può ritornare decenni dopo, quando il giovane papà si rende conto che la bocca può avere un ruolo determinante nella propria sopravvivenza.
Intanto la si può usare per afferrare le chiavi, anche più mazzi per volta – meglio se il portachiavi è di plastica – mentre con una mano spinge il passeggino e con l’altra afferra l’ombrello. Lo stesso ombrello può essere trasportato grazie ad una mascella decisa, a patto che non abbia il manico ricurvo perché può generare rigurgiti inattesi. Un buon papà sa anche aprire il cancello con il telecomando con un abile lavoro di incisivi e labbro inferiore, e può allontanare il telecomando dalle grinfie della prole anche se cambiare canale per ora è troppo impegnativo.
La bocca è un prezioso alleato anche durante il cambio (occhio però alle creme idratanti perché il tubetto può lasciare tracce e non sempre hanno un buon sapore) ed è anche appurato che con un bebé in braccio e la sorellina afferata con l’altra mano l’unico modo per raddrizzare la bavetta (o bavaglino come dicono “quassù”) è proprio intervenire con un colpo secco evitando ritorni palatali.
Resta un serio problema con l’utilizzo del mouse, ma ci sto lavorando.