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Educare ? meglio che reprimere

A Taranto si chiamava “filone”, qui a Bologna parlano di fuga o fughino, in Lombardia si “bigiava”. Mi riferisco alla pratica comune a tutta la penisola, variamente definita, di assentarsi da scuola e passare la giornata a zonzo all’insaputa dei genitori. D’ora in poi non sarà più possibile: un sms della segreteria informerà i genitori dell’assenza del figlio. Da un punto di vista educativo nulla da eccepire, eppure la notizia mi ha messo un certo disagio addosso. Intanto per la freddezza e la sinteticità dello strumento, che non può sostituire, sul piano emotivo,una telefonata (che di solito si faceva in caso di recidivi, mentre qui pare di capire che l’sms parte subito). E poi perché istituisce già nei giovani quell’idea di stato di polizia che vigila e ti controlla: un’idea che genera mostri. A quando il nasovelox che ci immortala con le dita nel naso e ci multa per inquinamento, il teledrin che squilla in questura quando diciamo parolacce e l’archivio centralizzato delle donne che fingono l’orgasmo?

Gli ufo a Segrate

Sono tornati gli ufo: pare siano stati avvistati a Segrate. La notizia porta a due rassicuranti conclusioni. La prima è che questi ufo devono essere davvero dei balordi, se anziché fermarsi a guardare, che so, Firenze o Roma (ma anche Parigi o New York, tanto per non essere dei provinciali) si fermano a guardare Segrate. Magari spiavano i segreti delle multinazionali, magari si sono fatti beccare imbambolati proprio perché rimasti agghiacciati (non me ne vogliano gli abitanti di Segrate, ma oltre certi limiti la bruttezza è oggettiva). O forse, dopo aver visto Segrate, hanno deciso di conquistare un altro pianeta, o di tornare quando ci saremo evoluti. La seconda conclusione è ancora più rassicurante. Gli ufo avvistati viaggiavano su dischi sferici, metallici, sembravano galleggiare in aria, sono scomparsi dopo poco. Esattamente la stessa scena che veniva descritta cinquanta, sessanta anni fa. Niente panico, dunque: gli extraterrestri esistono, ma se non riescono ad aggiornare i loro modelli di trasporto, evidentemente sono più in crisi di noi.