Il giovane papà, consapevole di aver assecondato gli istinti primordiali della sua erede consentendole di sradicare innocenti fiorellini al parco e permettendole di usufruire con inaudita violenza di scivoloni, altalene, corde ed altri elementi di tortura (per i genitori ansiosi, mica per le piccole bestioline), decide che è arrivato il momento di accompagnare la piccola all’interno di uno dei suoi sacrari: la biblioteca.
La biblioteca della Sala Borsa di Bologna per fortuna offre un’ampio ambiente dedicato ai più piccoli. Piacerebbe dire che qui i fanciulli si immergono nelle pagine colorate e divertenti delle storie pensate per loro, ma la verità è che i primi gridolini sono generati da una piccola tribuna che consente all’erede di arrampicarsi e provare quindi indoor le proprie capacità di estensione e contusione esercitate nel parco. Poi ci sono sedie e tavolini su misura, e questo provoca la dignitosa approvazione di chi si è sempre domandato perché sedie e tavoli sono sempre così scomodamente enormi.
E poi ci sono i libri.
Il giovane papà ne propone vari, piccoli con le filastrocche, grandi con pagine variopinte, tenta persino con un paio di opere in tedesco finite lì perché qualche precedente avventore deve averle trasportate da chissà dove. Difficilmente però si supera la terza pagina, quella tribuna è troppo invitante. Allora il giovane papà cambia stanza, e qui c’è addirittura la possibilitò di togliersi le scarpe e gattonare tra i cuscini, la goduria raggiunge livelli parossistici. I libri si continuano ad occhiare con simpatia, forse compassione.
D’altronde, mi domando, se al centro della biblioteca per adulti ci fosse un campo di calcetto e qualche biliardino, probabilmente mi farei distrarre anch’io.
La giornata si conclude con un’altra fitta al cuore del giovane papà.
Vinto ma non domo, gioca la carta dell’omologazione culturale: tira fuori da uno scaffale dei libri che riportano immagini tratte da Shrek e Madagascar. Sono meno raffinati, meno curati, meno elaborati dei centinaia di libri che ha proposto precedentemente all’erede. Eppure stavolta fanno breccia, si arriva addirittura a sfogliarne due terzi.
Si torna a casa, la biblioteca all’erede è piaciuta, chissà se le sono piaciuti anche i libri, si domanda sconsolato il giovane papà che in un paio d’ore è invecchiato un bel po’.