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Il papà in 3d

Il giovane papà trae le sue soddisfazioni più impensate da piccoli momenti, perché per quelli grandi non c’è più spazio.

Ride delle battute di un comico in tivù mentre stira l’ennesimo completino (ma quanti ne ha?), quasi si commuove a risentire alla radio una vecchia canzone della sua adolescenza mentre prepara il latte in polvere, riesce a guardarsi un film in quattro spezzoni utilizzando un po’ la tivù, un po’ il cellulare, un po’ il computer, approfitta del sacrificio della giovane mamma per scarabocchiare qualcosa sul suo blog impolverato, scopre che, se ben equilibrato tra le due braccia, anche il trasporto della secondogenita può essere un esercio per i tricipiti, gode come un riccio nel gustarsi uno yogurt che non è salutista, non è economico, fa ingrassare, non è probabilmente solidale ma cacchio, quello bianco naturale mangiatevelo voi.
Ma sopratutto sa che qualcosa di più importante ha riempito la sua vita e pazienza se non può scrivere, correre o dormire più quanto prima, non saranno in molti ad accorgersene.
Il giovane papà capisce che la vita è tridimensionale perché i momenti più piccoli possono essere molto profondi.

La bocca di papà

Più o meno tutti sanno che i bambini attraversano una fase “orale” in cui scoprono il mondo attraverso la bocca: oltre alle dita e al succhiotto infatti i bebé sono tendenzialmente portati ad assaggiare un po’ quel che capita, con conseguenza anche serie se il papà ha lasciato in giro la scatola degli attrezzi o le pillole del nonno. Ebbene, quella fase orale può ritornare decenni dopo, quando il giovane papà si rende conto che la bocca può avere un ruolo determinante nella propria sopravvivenza.

Intanto la si può usare per afferrare le chiavi, anche più mazzi per volta – meglio se il portachiavi è di plastica – mentre con una mano spinge il passeggino e con l’altra afferra l’ombrello. Lo stesso ombrello può essere trasportato grazie ad una mascella decisa, a patto che non abbia il manico ricurvo perché può generare rigurgiti inattesi. Un buon papà sa anche aprire il cancello con il telecomando con un abile lavoro di incisivi e labbro inferiore, e può allontanare il telecomando dalle grinfie della prole anche se cambiare canale per ora è troppo impegnativo.

La bocca è un prezioso alleato anche durante il cambio (occhio però alle creme idratanti perché il tubetto può lasciare tracce e non sempre hanno un buon sapore) ed è anche appurato che con un bebé in braccio e la sorellina afferata con l’altra mano l’unico modo per raddrizzare la bavetta (o bavaglino come dicono “quassù”) è proprio intervenire con un colpo secco evitando ritorni palatali.

Resta un serio problema con l’utilizzo del mouse, ma ci sto lavorando.

La prova costume del giovane papà

Quando arrivi a toglierti il cinturino prima di pesarti, vuol dire che la situazione è proprio critica. L’estate si avvicina e con essa la terribile prova costume. Che se fosse un costume di carnevale, uno di quei Pierrot che potrebbe indossare anche una balena, non sarebbe nemmeno tanto male. Ma no, il costume estivo è impietoso, e per gli uomini non c’è neanche la via di fuga di costume intero e pareo.
Ho semplicemente deciso che per me il problema non si pone, perché io non sono più un uomo, io sono un padre.

Io non arriverò in spiaggia a mostrarmi, io barcollerò sepolto tra ombrelloni, sedie, giocattoli e cambi. Io non passeggerò sul bagnasciuga, io rincorrerò piccoli esserini che ho contributo a mettere al mondo. Io non risolverò i quiz della settimana enigmistica, ma al limite metterò in ordine le creme pre-sole, sole-sole e post-sole. Io non andrò in vacanza, perché i padri non vanno mai in vacanza.
E soprattutto non farò la prova costume, perché non ne ho il tempo, come non ho il tempo di fare sport, andare in palestra e seguire diete sane, perché porca miseria ci vuole un sacco di tempo per prepararsi uno spuntino sano, e invece il panino con la mortadella riesci a prepararlo anche con una mano impegnata.

Sono un padre, io, non un uomo, e se non ci credete venite a vedere la macchia di latte rigurgitato che mi è apparsa sulla coscia mentre cercavo di mettere insieme questo post.

Sintesi

Non è per fare pubbicità ma questo è il mio biberon preferito
Non è per fare pubbicità ma questo è il mio biberon preferito

Cacca, latte, pannolino, crema, olio, puzzette, urla, pianti, pupù, borotalco, sospiri, emicrania, merXa, singhiozzo, sonno, ruttino, biberon, feci, polvere, microonde, rigurgito, tutina, puzza di formaggio, succhiotto, deiezioni, moccio.

Orgoglio e stupore.
Per un papà la sintesi è tutto.

Dialoghi di un padre

Immagine tratta da WIkipedia

Di fronte alla statua del Nettuno. “Papà, papà, ma il papà della sirenetta è ciccione nudone!”. Lungo silenzio carico di imbarazzo da parte del padre che si ripropone di scrivere per chiedere al sindaco di rimuovere certe oscenità dal centro di Bologna.

“Papà, papà, quel signore ha gli orecchini come le principesse”. Vano tentativo del padre di cambiare discorso, strada, e magari città, seguito da sorriso del signore con anellini alle orecchie che scioglie la tensione

“Papà, papà. prendimi in braccio!” “Ma le principesse sono grandi e non vanno in braccio” “Sì se hanno male al ginocchio”.

PS. Mia figlia si rifiuta di uscire di casa in mia compagnia senza essersi accertata che io abbia con me la sua spazzola per i capelli. Considerando che io non mi pettino da quando mi sono sposato, da qualcuno avrà preso….

 

Una massa marroncina

In principio c’erano dei tasselli di cera pongo, o come la chiamano adesso, di diversi colori: giallo, arancio, rosso, verde. Poi le manine allegre della giovane impastatrice ne fanno un’unica, indistinguibile, enorme massa marroncina. E allora occorre coinvolgere il giovane papà, e chiedergli di ripristinare lo stato iniziale. Non si può, le ho spiegato: una volta che i colori si sono mescolati, non è possibile ritornare allo stadio iniziale. Delusione sul viso dell’erede che fa i primi incontri contro l’inesorabile irreversibilità della vita.

E mentre il giovane papà osserva la palla di colore indistinto chissà perché gli viene in mente l’attuale parlamento…