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Il tramonto del bio

Immagine di http://www.scottliddell.net

Qualche anno fa vicino a casa mia è stato inaugurato un posto avveniristico e affascinante: un supermercato biologico. Tutto, dai detersivi naturali alla pasta, dai prodotti per diabetici e ciliaci ai libri sulla meditazione, sapeva di moderno e antico al tempo stesso, di innovativo e tradizionale, di genuino e di raffinato. Il negozio ha chiuso qualche settimana fa e verrà sostituito da un discount. Perchè? Semplice: personalmente andavo in quel supermercato per fare i regali, non la spesa, visti i costi proibitivi. Tutto costava molto di più, e se uno sforzo per prodotti non di largo consumo come creme, dolci o deodoranti era pensabile, di certo non si poteva comprare la pasta tutti i giorni ad un costo proibitivo. A questo, siamo arrivati, a non poterci permettere più il cibo naturale, perché quello tecnologico ha invaso i mercati. Magari nel caso del supermercato biologico di Bologna c’è stata anche scarsa cura manageriale, non so, ma di sicuro la sua chiusura deve far suonare un campanellino d’allarme.
Non siamo ancora alla pecora elettrica, ma la direzione è quella.

Minigonnari e spacchisti

Gli uomini essenzialmente si possono dividere in due categorie: i minigonnari e gli spacchisti. I minigonnari sono coloro che non sanno nascondere il loro compiacimento di fronte ad una donna che indossi una mini. Non importa che le gambe siano affusolate, snelle, dritte, depilate. Per i minigonnari si tratta di elementi accessori: quello che conta è la dimensione di pelle scoperta. I minigonnari sono concreti, realisti, un po’ infantili, hanno bisogno di emozioni forti, hamburger e patatine fritte, film hollywoodiani e fumetti, macchine sportive e birra.
Gli spacchisti, invece, sono gli uomini che vanno in visibilio di fronte alle donne che indossano una gonna con lo spacco. Non importa la dimensione dello spacco, quello che conta per lo spacchista non è il poco che osserva, ma il tanto che immagina. Lo spacchista vive di immaginazione, di sogno, intravvede turbini di piacere indescrivibile dove ci sono pochi centimetri di collant. Lo spacchista ama la letteratura e i tramonti, il vino e la pasta, il cinema europeo e la bicicletta, non vuole emozioni, vuole evocazioni. Siamo fatti così.

PS Per le donne: spacchisti o minigonnari, se volete far colpo su un uomo, dimenticatevi i pantaloni. Sono dei dissuasori mobili per lo sguardo. Forse un giorno l’involuzione porterà ad una sottospecie di jeansari, trogloditi con la coda e i peli sulla fronte. Nel frattempo, compratevi una gonna.