Si chiama payperpost, è l’ultima frontiera del marketing a stelle e strisce che probabilmente si sta già diffondendo da queste parti. Sostanzialmente si tratta di pagare un blogger per parlare bene di un’azienda o di un prodotto all’interno di un blog.
La pubblicità è l’anima del commercio e non c’è niente di male in un banner all’interno di un blog. Ma il payperpost è subdolo, perché è invisibile al lettore, chi scrive si bada bene dal dire "Guardate che sto parlando bene di questo film perché ogni click che ci fate mi procura quattrini".
Nel giornalismo pratiche analoghe sono d’abitudine: comprare spazi pubblicitari su un giornale significa automaticamente garantirsi un occhio benevolo negli articoli che riguarderanno la propria azienda. Nelle riviste di elettronica tre pagine dopo l’entusistica recensione di una fotocamera c’è il paginone pubblicitario dello stesso prodotto… ma questo succede su tutte le testate che offrono spazi pubblicitari, i più onesti si limitano all’autocensura (non parlano male degli investitori), i più sfacciati vendono direttamente insieme alle pagine pubblicitarie anche gli articoli sviolinanti.
Ma i blog? I blog hanno originariamente un’immediatezza legata al fatto che non ci sono intermediari tra chi scrive chi legge, non ci sono concessionari, editori, tipografi… Il payperpost è una truffa, se non economica, almeno è un tradimento della fiducia del lettore. Su questo blog non ne troverete mai.
(A meno che l’offerta non sia veramente ma veramente vantaggiosa, nel qual caso sono disposto quasi a tutto)