Godiamocela, perché non durerà molto. Silenziosa, impercettibile, suadente, è arrivata la bella stagione.
La settimana scorsa avevamo gli scarponi da neve e la maglia interna di lana, ecco che improvvisamente ci sentiamo a nostro agio in camicia e mocassini. Nessuno può prevederne la durata, ma si sa, non è vero che non ci sono più le mezze stagioni, ma è vero che durano pochissimo, un mese, una settimana, un giorno. Come tutto ciò che è bello, ma vissuto e colto al volo finché c’è. Spegniamo il riscaldamento e non accendiamo ancora il condizionatore, in questo breve idillio in cui la natura è benevola nei confronti del nostro organismo. Verranno le sudate e l’umidità al 98%, verranno le insolazioni e i cali di pressione, non temete: ma almeno ci sarà stata questa primavera di cui avere nostalgia.
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Un monumento alla scimmia
Critichiamo spesso i cinesi con ragioni anche valide perché tendono a confondere il lavoro dipendente con la schiavitù, copiano tutto e poi lo rifanno più scadente, friggono troppo gli involtini primavera. Però stavolta voglio fare loro un complimento, perché l’Accademia delle scienze cinese ha deciso di innalzare un momento alle cavie da laboratorio. Un monumento per le migliaia, milioni di vittime (topolini, porcellini d’india, conigli, scimmie, orsi, e chissa chi altro ancora) che spesso tra atroci sofferenze perdono la vita per i nostri esperimenti scientifici. Tollerabili a denti stretti se permettono di curare malattie gravi, assolutamente incomprensibili quanto si tratta di cosmetici, alimentari, detergenti. A parte il fatto che non riesco a immaginare la forma che avrà questo monumento (e spero sinceramente sia simbolica) devo dire che mi sembra un atto di civiltà che dovremmo imitare. Un bel monumento al topo, o all’orango. L’importante è che ci sia una scritta evidente e resistente, affinché fra qualche millennio d’anni qualche scienziato non lo intepreti come il monumento a qualcuno dei nostri governanti…