Torna alla carica la Pixar anticipando, almeno in Italia, il ciclone Shreck, e lo fa con un bel film sotto tutti i punti di vista. Molteplici le chiavi di lettura, come ormai succede sempre più spesso ai film di animazione: per i bambini è una bella storia divertente, con la tipica struttura delle storie dei supereroi gloria – decadenza – ritorno e rivincita. Per gli adulti numerosi i riferimenti ironici alla vita moderna (il cubicle del protagonista deve molto a Dilibert, mentre le storie familiari sono una concentrato ironico del conflitto al tempo della situation comedy). Terza e probabilmente non ultima possibilità di lettura è quella che possono dare gli esperti di fumetti: chi è cresciuto con la DC Comics e la Marvel non può non cogliere i riferimenti, le prese in giro e le strizzate d’occhio, dalle gag sui costumi pacchiani (e sui mantelli, probabilmente la scena più divertente del film) a quelle sui monologhi dei cattivi. Buoni e non invasivi gli effetti speciali, unica a non eccellere la colonna sonora, senza infamia e senza lode, anche se siamo tutti riconoscenti alla Pixar per aver eliminato le inutili canzoni con le quali la Disney è solita interrompere i momenti migliori dei suoi film.