Non è l’aspetto di vecchia strega a spaventarmi. Nemmeno l’invidia per chi può muoversi senza consumare benzina o preoccuparsi di pedaggi e passa, con il semplice inconveniente di dover parcheggiare una scopa. Anche il fatto che non mi abbia mai portato regali, nemmeno da bambino, non me la rende affatto più antipatica. Il fatto è che non odio la Befana per quello che è, ma per quello che rappresenta.
Un vetero maschilismo? Una mercificazione a scopi commerciali? L’influenza di figure pagane sulla cultura cristiana?
Niente di tutto questo, per me la befana rappresenta la fine delle feste.
Buuuuuhhhhh
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Minigonnari e spacchisti
Gli uomini essenzialmente si possono dividere in due categorie: i minigonnari e gli spacchisti. I minigonnari sono coloro che non sanno nascondere il loro compiacimento di fronte ad una donna che indossi una mini. Non importa che le gambe siano affusolate, snelle, dritte, depilate. Per i minigonnari si tratta di elementi accessori: quello che conta è la dimensione di pelle scoperta. I minigonnari sono concreti, realisti, un po’ infantili, hanno bisogno di emozioni forti, hamburger e patatine fritte, film hollywoodiani e fumetti, macchine sportive e birra.
Gli spacchisti, invece, sono gli uomini che vanno in visibilio di fronte alle donne che indossano una gonna con lo spacco. Non importa la dimensione dello spacco, quello che conta per lo spacchista non è il poco che osserva, ma il tanto che immagina. Lo spacchista vive di immaginazione, di sogno, intravvede turbini di piacere indescrivibile dove ci sono pochi centimetri di collant. Lo spacchista ama la letteratura e i tramonti, il vino e la pasta, il cinema europeo e la bicicletta, non vuole emozioni, vuole evocazioni. Siamo fatti così.
PS Per le donne: spacchisti o minigonnari, se volete far colpo su un uomo, dimenticatevi i pantaloni. Sono dei dissuasori mobili per lo sguardo. Forse un giorno l’involuzione porterà ad una sottospecie di jeansari, trogloditi con la coda e i peli sulla fronte. Nel frattempo, compratevi una gonna.