La radio di notte è un viaggio frettoloso che ti riporterà a casa, con vent’anni di sogni svaniti sulle spalle e il sapore del caffè che si mescola con quello del dentifricio.
La radio di notte è quel percorso al quale ti sei preparato mentalmente centinaia volte, l’unico tuo ruolo decisivo in questa fase del processo riproduttivo, eppure in nessuna di quelle centinaia di proiezioni eri così teso ed emozionato.
La radio di notte è un pensiero che schiaccia le spalle e non vuole andar via, e ritorna prepotente tra le pieghe delle lenzuola fino alla tua resa di fronte ad una tazza di camomilla
La radio di notte è la compagna di solitudini non cercate, una traccia di evidenziatore su certe pagine grigie della nostra esistenza.
La radio di notte è una frequenza insolita che trasmette musica di cinquant’anni fa e se ne vanta pure.
La radio di notte è una voce profonda e lenta che ti accompagna senza l’ansia e le risate a comando delle ore mattutine.
La radio di notte è un foglio di carta stropicciato in fondo alla tasca dei pantaloni che ci ricorda che la vita continua anche in nostra assenza.
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Una tregua natalizia
Tozzi e Masini si lamentano in radio perché non gliela danno, Prodi si presenta in maglione in mezzo a quarantamila trogloditi ipereccitati che gridano per ore “faccela vedè faccela toccà” alle veline stressate e si battono furiosamente per l’adesivo di una moto e si stupisce che lo contestino, De Sica e Boldi litigano e invece di prendersi un meritato periodo di riposo (una ventina d’anni, diciamo) raddoppiano i “filmoni” natalizi, Moggi fa il commentatore televisivo al processo di Biscardi scherzando come se niente fosse…
OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHH!
Almeno a Natale potremmo ottenere una tregua dell’idiozia, un coprifuoco delle caxxate?
A gennaio ricominciamo, ma adesso, abbiate pietà, prendetevi una pausa…