Sono stato ospite di Mauro Malaguti e del suo programma “Ma che bella giornata” su Radio Sanluchino alcuni giorni fa. Devo dire che è stata davvero una belle giornata, perché il fascino della radio è unico. Ti siedi in questo piccolo ambiente, una scrivania, tanti cd, un microfono. E lì dietro tante persone che ti ascoltano. Non essendo mai stato in televisione non posso certo fare paragoni, ma l’etere, e in particolare la diretta, mantengono per me un fascino straordinario. Erano un po’ di anni che non entravo in una radio. Dai tempi in cui fui ospite di “Ciao Radio” per promuovere “Bello dentro, fuori meno”.
E la memoria è subito andata agli anni di “Radio Mondo Migliore”, la straordinaria esperienza di radio parrocchiale di Statte che si concluse, purtroppo, più di vent’anni fa, quando le norme strozzarono la radiofonia libera dopo aver permesso a qualcuno di conquistare fette di mercato e miliardi proprio grazie a quella libertà. In radio non hai bisogno di soldi per gli effetti speciali e di location, fotografia, luci. E nemmeno di banner, visualizzazioni, click, commenti. Quello che conta è la sceneggiatura. Cioè le idee. Purtroppo collaborai poco con Radio Mondo Migliore, perché quando presi parti ormai la sua storia era al tramonto, ma ancora ricordo le ore (troppo poche) trascorse a trasmettere musica portandoci i dischi da casa perché quelli in radio – secondo la leggenda metropolitana – venivano censurati dal parroco che segnava il vinile (aargh!) se non li piacevano. Ricordo l’ebrezza di entrare in contatto con sconosciuti disposti a porgerti orecchio mentre guidavano, si riposavano sul divano, lavoravano.
W la radio, dunque. W le radio locali, soprattutto, che sopravvivono alla morsa delle syndacation che amalgamano tutto e azzerano le differenze.
Per chi volesse ascoltare il programma, lo trovate qui: