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S-A-L-D-I

scarpe30, 40, 50%. L’idea di pagare qualcosa la metà spesso ci fa dimenticare che l’altra metà comunque la paghiamo, e in ogni caso non ci serve.
Talvolta sono gli uomini a cadere nel tranello dello sconto, che poi serve solo a tenere a bada la coscienza: si pensi agli incentivi auto, che scontano di due o tremila euro vetture con un prezzo di catalogo maggiorato di quattromila.
Ma più spesso sono le signore a farsi tentare dalle cinque lettere magiche: S come Sconto, A come Adesso, L come Libertà, D come donna, I come Impulso. SALDI.
Scarpe, borse, cappotti. Per le più aggressive anche accessori d’arredo, bigiotteria o bricolage.
Nei casi più patologici ci sono ragazze che comprano software di gestione documentale e guinzagli decorati a mano, e il guaio è che non hanno né computer né cani.
Il serpente che tentò Eva non le propose chissà quale beneficio né l’allettò con chissà quale promessa. Semplicemente, le disse che quella mela era in sconto per i saldi di fine stagione.

Bruciano i soldi

soldiIn televisione e sui giornali si sente spesso dire “le borse hanno bruciato duecento miliardi”.
Tale e tanta è l’enfasi con cui gli economisti sottolineano il concetto, che alla fine uno immagina enormi pire di banconote, o, più prosaicamente, disastri paragonabili a incendi, terremoti, guerre. Non è così: i soldi che bruciano le borse sono virtuali (anche se hanno effetti sulla vita reale delle persone).
Se l’azione di una azienda lunedì vale 20 euro e martedì 15, perchè ci sono state previsioni negative sul mercato o perché c’è chi sostiene che l’azienda ha fatto investimenti sbagliati, ecco che le borse “bruciano” 5 euro per azione, e chi aveva investito 20 euro ne rimane con 15. Ma l’azienda, i suoi dipendenti, i suoi edifici sono esattamente gli stessi, nessuna scottatura, ma sicuramente meno quattrini da gestire perché in borsa “si vale” di meno.
Se la mettiamo su questo piano terra terra, anche i saldi di fine stagione “bruciano” miliardi, perché i vestiti venduti a metà prezzo di fatti dimezzano il valore di chi li ha comprati a prezzo pieno. Pensate a chi ha acquistato l’Iphone della Apple alla cifra stratosferica di 599 dollari: dopo pochi mesi, la Apple ammette che, suvvia, abbiamo scherzato, 399 possono bastare. Per l’acquirente sono soldi bruciati, valore perso.
Ma qualcuno che ci guadagna c’è sempre, i soldi non si bruciano, ma semmai passano di mano. Allora perché la stampa parla di soldi “bruciati” ? Perché nell’opinione pubblica arrivi un segnale chiaro: i soldi sono perduti. In realtà sono finiti in qualche cassetto (magari quello dello squalo che compra azioni quando si svalutano), ma lì farebbero gola a chi giustamente vuole riappropriarsene.
La cenere, invece, può volare nel vento…