La discussione sul diritto d’autore, sul costo di cd e dvd, sulla pirateria è lunga e complessa e non può certo essere ridotta negli spazi di un blog. Spazi che invece sono sufficienti per definire proposte ridicole per non dire demenziali come quella degli "Irripetibili".
Si tratta di una serie di dvd – li ho visti oggi in un centro commerciale – che si deteriorano 48 ore dopo la loro apertura. Perché? Perché così l’acquirente può vederli una volta sola e non prestarli magari ad un amico. Davvero, siamo alle soglie dell’avanspettacolo, a quando l’automobile con un solo sedile così non puoi dare passaggi e i biscotti che si autodistruggono se non li mangi tutti in due ore? Perché?
Lo slogan afferma che i questo modo si possono vendere al pubblico anche film che sono ancora nelle sale. A parte il fatto che non è vero (i film che ho visto in vendita a 8 euro sono usciti 5-6 mesi fa e fra qualche settimana saranno disponibili nella versione "duratura" a poco più di 10 euro). Ma poi, che ragione è? Siccome si autodistrugge allora non fai concorrenza al cinema? E perché, magari perché va in fumo dopo il primo tempo così ti costringe ad andare al cinema per vedere com e va a finire? Se prendo un dvd che si distrugge comunque non vado al cinema a vedere lo stesso film. Per combattere la pirateria, allora?
Ma non scherziamo. 48 ore sono più che sufficienti per dupilcare un film, alla faccia di tutti i sistemi anti-copia. Anzi, al pirata si fa un favore, perché a lui il film serve davvero poche ore, quelle necessarie ad avviare i masterizzatori e generare cloni.
Credo che questa proposta verrà rapidamente seppellita nella peggiore forma di disprezzo, l’indifferenza.
Tranne, forse, che per un caso: il pornazzo che dopo 48 ore non solo non è più visibile, ma assume le sembianze di un documentario sulla pesca d’altura. Così, se tua mamma lo becca nell’armadio, al limite si chiederà come fai senza canna…
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Buon Natale – 2004
Mina era triste e scoraggiata, quella sera. Aveva fatto un migliaio di chilometri, quel giorno, aveva le ruote le che le fischiavano e un paio di finestrini bloccati, e la ruggine, con quella umidità, non le dava pace. Mina (abbreviazione di Ultimina) era da sempre in coda all’Intercity 565. Sempre in coda, sempre ultima carrozza, spesso non riusciva neanche a entrare in stazione, e i suoi viaggiatori inveivano e sbattevano i pugni contro i suoi vetri perché erano costretti a scendere sulla ghiaia. Sognava di guidare il convoglio e sfrecciare sulle rotaie come Tore, ma il destino con lei non era stato generoso.
Non ce la faceva proprio più. Anche Dino era sempre in fondo, non riusciva mai a scorgere cosa ci fosse oltre la finestra, lui che era il primo gradino della scala si prendeva sempre una sacco di pedate senza mai l’ebbrezza dell’altezza, scorazzato di qua e di là con i suoi compagni di scala dagli operai. Anche per lui era una solita, noiosa serata di lavoro: ormai sperava solo di venire buttato via e diventare legna da ardere. E lavorava anche Gina, l’ultima pagina dell’orario ferroviario, quella più stropicciata, più sgualcita, in coda alle tabelle vere e proprie, la pagina meno consultata, visto che conteneva pubblicità, anche lei, dimenticata sul sedile della sala d’aspetto, non aveva una gran voglia di andare avanti. Ma quella notte accade qualcosa di magico. Mina riuscì a scorgere un gran movimento in stazione, la gente si accalcava per vedere, c’erano delle luci… Un presepe! Anche Dino riuscì a vederlo, nella sua posizione bassa, poteva vedere quelle statuine e quella grotta che gli operai avevano costruito anche con il contributo suo e degli altri gradini della scala. E Gina, lo vide anche lei, fu una fortuna che avessero dimenticato l’orario aperto, così, su quel sedile…Videro la grotta, il bambino, Maria e Giuseppe, i pastori…E quella stella luminosa e meravigliosa che svettava in cielo, con quella bellissima coda di luci. Una voce disse loro: ci sono milioni, miliardi di stelle. Se questa è più importante delle altre, se questa si distingue, se questa è stata un segnale per i Re Magi, è perché aveva dietro una coda, aveva qualcuno che la accompagnava.
A tutti quelli che hanno l’impressione di stare sempre dietro, di essere sempre in coda: Buon Natale.
Le stelle che vi precedono sarebbero puntini anonimi nel firmamento, senza di voi. Auguri.