C’è quello che ha deciso di rincretinire il nipotino (ma se ha preso da lui non ce n’è bisogno) facendogli ascoltare tutte le suonerie monofoniche del cellulare. Quello che ogni tre minuti controlla se ha ricevuto un messaggio, e no, non ce ne sono. Quella che va spiaggia solo per il gusto di telefonare all’amica che non è venuta, o magari che è andata sull’altro litorale.
L’invadenza dei cellulari nella nostra vita è stata più volte ribadita, ma in vacanza probabilmente l’azione dei cellularditi raggiunge il suo apice. Persino i ragazzotti, anziché sbirciare le ragazza in bikini (saranno sovrappeso, ma almeno sono vere) sembrano più interessati agli ultimi filmatini scaricati da Youtube, mentre una coppia litiga perché lei aspettava un sms, e invece lui gli ha fatto solo uno squillo intelocutorio.
Non resta che tuffarsi in acqua: per il momento non esistono cellulari impermeabili,e i cellularditi in crisi non possono azionare il loro strumento. Buon bagno
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British tales
Gli inglesi – pardon: i britannici – non sembrano particolarmente interessati alla notizia dell’eterno principe che si risposa con Camilla. Tutto sommato è una cosa che risulta ovvia a tutti, poi, diciamoci la verità, Qui se resemble s’assemble, i due sono una bella coppia proprio nella loro ostentata bruttezza. Chi non pensò – siate sinceri – quando Carlo sposò Diana che lei era troppo bella e troppo giovane per lui? Chi non si chiese come mai quella fanciulla bella, elegante, intelligente si fosse innamorata di un uomo non proprio aitante ma di buona, buonissima famiglia? Allora si poteva insinuare. Oggi no, cavolo, se Carlo vuole stare con Camilla non può che essere per amore, non vedo altre spiegazioni. E allora che si sposino e siano felici, questi due nonnetti, anche perché ormai figli non ne possono certo avere, e questa è la buona notizia per i sudditi reali. Che però hanno altro a cui pensare: non solo seguire le vicissitudini più interessanti dei coniugi Beckham (e come dargli torto, nell’era dell’immagine) quanto picchiarsi e accoltellarsi a mezzanotte per l’apertura di un nuovo negozio Ikea dove – si dice – facciano degli sconti eccezionali sulle lampade da tavolo. Saperlo prima prendevo un areo low-cost e ci facevo un salto…
Simpatiche tangentuzze
Perché in Italia si spendono 30 euro per un certificato medico necessario – obbligatorio – per fare sport, scritto svogliatamente da un medico che a volte ti visita e a volte ti chiede solo se stai bene, e quando invece doni il sangue ti misurano la pressione, ti controllano il cuore, per non parlare di analisi del sangue e dell’urina, MA NON POSSONO
SCRIVERE SU UN PEZZO DI CARTA CHE STAI BENE? Ovvio che userei quel pezzo di carta per iscrivermi in palestra, ma uno o sta bene o no. Questi 30 euro mi sembrano una di quelle tante, piccole, invisibili, legali tangentuzze (e non si offendano i medici, è lo stesso per certe firme di professionisti quali notai o geometri) che impediscono al nostro paese di essere finalmente, definitivamente e senza ombra di dubbio un paese normale.
PS Oggi ho donato il sangue: fatelo anche voi, se potete. So di non essere un granché come testimonial, ma neanche la Ruta mi pare abbia poi tutto questo potere persuasivo (l’ho vista su un manifesto dell’Avis, la cosa migliore che abbia fatto dopo l’Isola dei Morti di
Fama 1). Fatelo e basta. Poi vi offrono la colazione gratis…