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Concorso

VUOI ESSERE UNO DEGLI AUTORI DELLA PROSSIMA ANTOLOGIA LAS VEGAS?

Partecipa al nostro gioco, bello bello in modo assurdo.

Las Vegas edizioni (www.lasvegasedizioni.com) ti mette a disposizione il suo scintillante casinò letterario e un gioco completamente gratuito per mostrare il tuo talento.
Il premio? Potrai essere uno degli autori della prossima antologia di Las Vegas!

REQUISITI: possedere un sito o un blog. (Non hai un blog? Quale migliore occasione per aprirne uno!)

ISTRUZIONI: per partecipare alla prima selezione devi:
1) pubblicare questo post (esattamente così com’è) nel tuo
sito o blog.

L’originale del post che devi ricopiare è qui

[http://lasvegasedizioni.splinder.com/post/16142956/%21%21%21%21%21];
2)
mandare a gioco(at)lasvegasedizioni.com l’indirizzo (l’url, quella cosa che comincia con “http://”) del post di cui sopra, più quello di un altro post – uno solo: quello che più rappresenta il tuo stile e la tua volontà di scrivere – che vuoi sia letto e valutato dall’arcigno croupier. Non inviare nessun altro tipo di materiale. Sul blog di Las Vegas edizioni, www.lasvegasedizioni.splinder.com, saranno indicati, via via, tutti i partecipanti;
3) aspettare nuove istruzioni.

TEMPI: la prima selezione terminerà quando avremo raggiunto materiale a sufficienza (la scadenza verrà annunciata con qualche giorno di preavviso sul blog di Las Vegas). Se avrai giocato le carte giuste, sarai contattato per partecipare alla seconda fase.

PREMI:
il premio finale, al termine delle varie selezioni, è la pubblicazione nella prossima geniale antologia targata Las Vegas.

Signore e signori, fate il vostro gioco!

Le rose del deserto

Nel deserto arido dei Natali a New York, degli spezzoni televisivi riciclati e delle pernacchie iberiche, un maestro del cinema si erige maestoso regalandoci la sua rosa.
Mi riferisco all’ultima commedia di Mario Monicelli, Le rose del deserto, un piccolo gioiello d’altri tempi, un esempio da portare ai ragazzi nelle scuole dopo aver fatto vedere loro un cinepanettone, per fargli vedere la differenza tra il cinema e il pattume. Monicelli ci riporta alla campagna d’Africa dei primi anni quaranta, ad un gruppo di soldati che apprestano gli ospedali di campo nel deserto libico: tra loro la figura malinconica e affettuosa di Haber e quella straordinariamente comica di Placido in versione pugliese doc (ma di quella comicità che lascia un buon sapore in bocca come un buon bicchiere di vino, non quei frizzi e lazzi volgari come una bevanda gassata che ti lascia solo la voglia di ruttare).
Monicelli mescola i toni di dramma e commedia con una grazia e una naturalezza che purtroppo i giovani autori sembrano aver perduto, e si diverte a ridicolizzare la retorica fascista che qui si fa cinema e non sketch come in altri recenti e meno fortunati episodi. Bella anche la fotografia che non può ricorrere ad imperiose scene aeree di stampo hollywoodiano e tantomeno a campi lunghi maestosi (e costosi), ma tocca comunque il cuore di chi sa vedere.
Tutti in piedi ad applaudire il maestro. Signore e signori, questo è cinema. Tutto il resto è noia…