Ci sono delle professionalità che godono di uno status privilegiato, perché la comunità gli riconosce un valore quasi assoluto: se un medico ti dice che devi prendere una pillola, gli credi, al limite ne consulti un altro, ma sempre con un pizzico di fiducia alla base. Se un avvocato ti spiega qual è l’alternativa legale all’omicidio di tutti i tuoi condomini, alla fine gli dai retta; se uno storico dell’arte ti dice che quel cumulo di sassi nel trecento erano le mura di un castello, cavolo, guardi quel cumulo di sassi con un po’ più di rispetto. E poi ci sono le professionalità non riconsciute, disprezzate quasi: Truffault diceve che tutti hanno due mestieri, il proprio e quello di critico cinematografico. Perché se il critico ti spiega i motivi tecnici per cui un film è un capolavoro, tu scuoti la testa e affermi che no, quella è una cagata pazzesca.
In questi giorni difficili per l’Emilia alla figura del critico si è aggiunta quella del sismologo, che – con tutto il rispetto per chi fa il suo lavoro con impegno – in certi momenti ricordano i commentatori sportivi delle emittenti locali. Quelli che dopo la sconfitta sono lì che spiegano come era ovvio, lo sapevano già da mesi, di cosa vi stupite voi altri ignoranti. Ma prima della partita no, non si sbilanciano, fare un pronostico è impossibile, il risultato è aperto. Se non si possono prevedere i terremoti, non si sa perché ci siano e perché ad un certo punto smettano, se i dati strumentali sono pochi e manca una storia di rilevamenti, se le mappe sismiche vengono costruite in base alla probabilità statistica – come dire che il Genoa ha più probabilità di vincere lo scudetto della Roma perché in passato ne ha vinti tanti – allora va bene, ce ne facciamo un ragione, accettiamo la nostra impotenza di fronte alla natura. Lo facciamo anche per il loro bene, perché se non dicono niente sono irresponsabili, se parlano diffondono il panico. Se proprio vogliamo un dato statistico, mettiamogli un gps in tasca a questi sismologi e vediamo dove vanno a dormire loro e i loro amici. Da quel dato avemmo una mappa sismica molto più accurata.
Ma smettiamola di pagare commissioni, consulenti e ricercatori che elucubrano aria fitta. E semmai in televisione mandiamoci le insegnanti di scuola materna, quelle che hanno insegnato a mia figlia, con molta umilità, che se c’è il terremoto si scappa tutti sotto il tavolo e si aspetta che passi.