Se aumentano le separazioni e i divorzi il motivo è uno solo: non si prova abbastanza l’affinità di coppia. Per carità, mica quei giochi demenziali e mescolano i nomi e ti dicono se la relazione ha un futuro.
E nemmeno i complicati calcoli astrali che sulla base di date, orari e segni zodiacali pretendono di sapere se due persone andranno d’accordo. Cavolate. La prova del fuoco è un’altra. Non il weekend nella baia in montagna, troppo facile. Non le vacanze al mare, son buoni tutti. E nemmeno la convivenza, in fondo se ci si ricorda di mettere i calzini in lavanderia e non si lasciano briciole in salotto si può sopravvivere.
Ho deciso perciò di fornire un servizio a quei miei 25 lettori maschietti che per qualche ragione inspiegabile vogliono abbandonare la felice condizione di single. Se volete provare davvero la vostra affinità, dovrete trascorrere un paio d’ore con la vostra compagna in un MERCATINO.
Solo se supererete questa prova drammatica, avrete qualche possibilità che la vostra vita a due non si concluda di fronte ad un costoso avvocato.(continua)
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Scrupoli di coscienza
Oggi la CEI ha detto che non si sogna di criticare il governo di centrodestra (giammai), solo che le sembra giusto far notare la situazione disperata di molti lavoratori che hanno perso il posto, di molte famiglie che non arrivano a fine mese, dei giovani condannati al precariato.
Senza spirito critico verso un governo amico (giammai!) ma solo, così, per ricordare che tutti abbiamo una coscienza e che dovremmo esercitarla ogni tanto.
Che lo scrupolo di coscienza stia venendo a loro che han fatto la campagna elettorale per chi siu ricorda dei giovani solo se di sesso femminile e di bella presenza?
Un romanzo di sei parole
Vi sembra facile? Provate a scrivere un romanzo usando solo sei parole, come propone l’Espresso: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Il-tuo-romanzo-in-sei-parole/2061927&ref=hpsp
Io ne ho scritti due. Il primo è si intitola "Errore fatale":
Maledizione – bisbigliò fievolmente – pensavo fosse scarica.
Il secondo invece è "Il matrimonio":
Se mi sposi te la do
Provate!
Essere una donna
Quale modo migliore di festeggiare le donne che citare il testo di quello che è considerato uno dei migliori autori italiani e che ha vinto a Sanremo nella categoria donne?
Essere una donna
non vuol dire riempire solo una minigonna
non vuol dire credere a chiunque se ti inganna.
Essere una donna è di più, di più, di più, di più
è sentirsi viva
è la gioia di amare e di sentirsi consolare
stringere un bambino forte, forte sopra il seno
con un vero uomo accanto a sé
Essere guardata
e a volte anche seguita
mi pesa.
Certi complimenti se son rozzi poi ti senti offesa.
Non ci sono parole per commentare la poesia…
9 maggio 2004 – Fiera del libro di Torino
C’eravamo anche noi, a Torino, a presentare “Bello dentro, fuori meno” (noi non nel senso di pluralis maiestatis, ma nel senso di io e l’editore di Nonsoloparole Edizioni). Visto che l’argomento della fiera era la narrativa umoristica – il titolo recitava appunto “Ridere è una cosa seria” – l’occasione è stata quanto mai propizia per incontrare i lettori. Sì perché ho scoperto che ci sono dei lettori – pochi, per carità – del mio romanzo anche al di fuori della cerchia di parenti e amici che si sono sentiti obbligati a comprarlo e che tutte le volte che mi vedono mi ripetono “l’ho comprato ma non ho ancora avuto il piacere di leggerlo”…
E quasi mi dispiaceva rovinare il libretto intonso con la mia dedica, devo riallenarmi un po’ in calligrafia, un paio di firme erano davvero brutte, e sapete quanto è difficile ripetere una bella “C” ellittica, mi riesce bene solo quella del nome, quella del cognome è sempre un po’ deludente. Migliorerò.
Cominciano ad accorgersi del mio libro anche i librai, soprattutto quelli piccoli e coraggiosi, visto che stanno arrivando le prime ordinazioni: bene, ma non è certo il momento di rilassarsi, se avete ancora difficoltà a trovarlo, fatemi sapere che in un modo o nell’altro vedo di attivarmi. E poi insomma, tutti continuano a ripetere questa litania del successo della letteratura comica legato a ragioni sociologiche, storiche, culturali, insomma, devo proprio essere l’eccezione alla regola?
A presto. Pace e bene