Siamo tutti abituati alla pubblicità su Internet, che ora in maniera invasiva (quegli spot con il tasto chiudi invisibile) ora in maniera discreta (certi sono così intelligenti che ti viene voglia di cliccarci) ci permette di leggere i giornali gratis. E sono sempre più sofisticati gli strumenti che permettono agli investitori di scegliere il target, verificare il risultato, monitorare le vendite, con una potenza di calcolo che gli spot in televisione o gli spazi sui giornali si sognano.
Ogni tanto però qualcosa non funziona. O meglio, non funziona come dovrebbe. Leggo su repubblica.it un titolo che fa riferimento ai un drammatico episodio di cronaca in cui un proprietario di suv investe e uccide un pensionato dopo una lite per un posto auto. Clicco per leggere sull’articolo, e mi si spalanca davanti la pubblicità di una Toyota Rav 4×4. Un suv, appunto. Spero non quello dell’incidente (non so quale fosse il suv), perché sarebbe davvero troppo, ma insomma, i collegamenti semantici alle volte non funzionano al meglio.
E chissà che prima o poi non ci capiti la pubblicità di una macchina fotografica dopo un articolo di gossip o quella del parmigiano dopo un articolo sulla lega…