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Sulla neve coi tacchi

Cosa mai penseranno i miei colleghi quando mi vedranno dieci centimetri più vicina al suolo del solito? Cosa ne sarà del mio sex-appeal quando il ragazzo che ho cominciato a frequentare non risuscirà più a guardarmi negli occhi e dovrà chinarsi per (se quel lesso si decide una buona volta) baciarmi? Come farò a essere sicura di me e decisa in ufficio, guardando il mondo da una prospettiva diversa, molto più vicina all’orizzonte? Cosa dirà il mio capo quando, anziché sbirciare nella scollatura mentre gli parlo, si troverà a guardarmi la messa in piega? No, non è accettabile, neanche a parlarne. Finchè non inventeranno degli scarponcini da neve col tacco (col tacco come dico io), non ci penso neanche a indossare quei mostruosi calzari che mi deformano e mi fanno più bassa. No no, non se ne parla neanche, non scherziamo. Cosa vuoi che sia un po’ di neve, posso andare a lavoro con i miei tacchi come se niente fosse, al limite indosserò un paio di calze velate un po’ più pesanti. Ma sì, mi aggrapperò a qualcuno in autobus, strillerò prima di scivolare sui marciapiedi, mi toglierò le scarpe appena arrivata a lavoro e mi asciugherò i piedi in bagno, tanto ho il phon Turbine Caliente 2000 sempre in borsetta. Cosa vuoi che sia un po’ di neve, non sono una che si lascia spaventare così. Sono una donna del terzo millennio, io.


Nevica a Bologna

Mi fanno male le scarpe

Appoggiate con un braccio teso al muro, la mano aperta, l’altra che sostiene la punta della scarpa sollevata da terra, una smorfia di dolore sul volto. Sedute sui gradini di una chiesa, a controllare che il tacco sia ancora lì, gambe incrociate strette perché vogliono mettere la minigonna ma non vogliono far vedere le cosce; in fondo alla sala di un cinema, finalmente rilassate e sollevate, persino sorridenti, non perché il film sia bello, ma perché nell’oscurità della sala hanno potuto slacciarsi la fibbia. Sto parlando, se non l’avete capito, del rapporto delle donne con le scarpe. Avete mai visto un uomo lamentarsi perché le scarpe gli fanno male? Può succedere una volta, poi non le indosserà più. Gli uomini indossano raramente scarpe abbinate all’abbigliamento, a volte le trascurano, le puliscono poco, e soprattutto fanno fatica a comprendere che ne occorrano più di tre paia per vivere dignitosamente: quelle per tutti i giorni, quelle da ginnastica, gi scarponi da neve. Ci sono le eccezioni, certo, ma sono appunto eccezioni. Le donne no, per le donne le scarpe non servono a camminare, servono ad esistere. Per cui pazienza se producono calli grossi come palline da golf, pazienza se i tacchi complicano la sopravvivenza nella giungla metropolitana, pazienza se l’alluce la sera sembra il naso di Babbo Natale. L’esistenza richiede sacrificio.
Una atroce usanza orientale costringeva le donne a deformare barbaramente il proprio piede perché il gusto dell’epoca apprezzava i piedi molto piccoli e dalla forma arcuata. Per fortuna i tempi sono cambiati…O no?