Sono anni che puntualmente si scopre che la metà dei partecipanti al tour o al giro d’Italia è dopata. L’altra metà non è stata sottoposta a test. E ogni anno a parlare di fine del ciclismo, di etica calpestata, di valori che non ci sono più.
Ora, a parte il fatto che già Coppi parlava della "bomba", ma la domanda che mi pongo è: esperti di ciclismo, vi sembra normale che un essere umano faccio 250 chilometri in salita sotto la neve o con quaranta gradi in sella ad una bicicletta? No dico per voi è normale fare in pochi giorni il giro di una nazione a pedali e avere il tempo di sorridere la sera ai talk-show? Ma ci siete mai stati in bici?
Allora, mettiamoci d’accordo.
O accettiamo di essere esseri umani e di avere dei limiti, e allora vediamo di organizzare queste manifestazioni in maniera un po’ meno sadica, dando il tempo di riposare tra una tappa e l’altra, riducendo i chilometri da percorrere, scegliendo magari ogni tanto un po’ di pianura.
Oppure smettiamola di fare gli ipocriti, le gare le vince chi si dopa meglio senza morirne, gli sponsor diventano le case farmaceutiche e semmai vediamo di porre dei limiti per evitare ciclisti con tre occhi e la pelle verde. Insomma.