Siete stufi di scarabocchi, intricati puzzle geometrici, macchie irregolari di pittura?
Non ne potete più di fingervi ammirati di fronte a tele squarciate, opere di cui non si distingue l’alto dal basso o fatte di avanzi di spazzatura, perché se non ammirate vuol dire che non capite la sofisticata arte concettuale che va oltre il figurativo?
Allora questa mostra fa per voi: “Chardin, il pittore del silenzio”. Al Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 17 ottobre fino al 30 gennaio, orario continuato 9-19 tutti i giorni- Vedrete quadri che emozionano, raccontano storie, ritagliano momenti di un’intimità dimenticata, aprono la porta a ricordi o sensazioni dimenticate. Quadri belli, insomma.
D’altronde Siméon Chardin diceva che non si dipinge con i colori, si dipinge con il sentimento. Ebbe il coraggio di rifiutare i dipinti maggiormente in voga nella Francia dei suoi tempi, quelli a tema storico o mitologico, scegliendo il genere “minore” delle nature morte. Che in realtà sono vivissime e sembrano lì a portata di mano, con quella magia della pittura ad olio così realista da sembrare vera ma carica di un punto di vista e di un’atmosfera che la piattezza della fotografia, per esempio, raramente può raggiungere. Ma oltre alle nature morte in mostra è possibile ammirare scene di interni, la quotidianità di persone comuni o rampolli borghesi colti nella vita di tutti i giorni. Opere talmente attuali e moderne perché la perferzione dell’equilibrio tra rappresentazione della realtà e forma genera il bello, e il bello non ha tempo.
Prima o poi vi toccherà accompagnare qualcuno ad osservare chiodi nel muro e linee sghembe: rifatevi gli occhi con Chardin con il quale riuscirete a sopportare i momenti più difficili di certa “arte” contemporanea.