Per quanto tempo ancora l’Inter dovrà rubare le partite per poter bilanciare i torti che ha subito negli anni scorsi?
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Riviste “scientifiche”
Alcuni titoli di questo mese (con tanto di copertine sexy…): GEO: alla scoperta della sessualità femminile
Focus: è più sexy il vedo o il non vedo?
Focus Storia: il sesso al tempo dei selvaggi.
Ma perché gli editori di riviste cosiddette “scientifiche” non si rassegnano all’idea che ci vuole del porno li cerca in altre pubblicazioni?
Nuova struttura del blog
Qualcuno forse se ne sarà accorto: ho approfittato delle ferie per aggiornare la struttura di questo blog grazie al software opensource dblog, giunto alla versione 2.0. Le modifiche sono evidenti: la struttura è disposta su tre colonne, le classifiche sono meglio impaginate, è possibile leggere un’introduzione all’articolo per decidere se leggerlo tutto o meno, si possono vedere gli ultimi commenti inseriti…Su questo aspetto ero dubbioso, perché questo blog si conferma nel tempo molto letto ma poco commentato.
Personalmente sono soddisfatto; ma ovviamente, se ci sono dei suggerimenti da parte vostra, sarò ben contento di seguirli…A presto! Carmine
Shopping
Passato il Natale e con esso il tormentato periodo dello shopping, è possibile interrogarsi su questa piaga sociale dei nostri tempi. Cosa significare fare shopping? Significa compare qualcosa, in’ultima analisi il tutto si riduce in una transazione commerciale, io ti do dei soldi, tu mi dai un paio di pantaloni. Ci sono certo attività accessorie quali il recarsi dal negoziante, farsi impacchettare i pantaloni, controllare lo scontrino. Ma il tutto è comunque abbastanza semplice, non stiamo parlando di scoprire un vaccino o costruire un grattacielo. Ma allora perché questa semplice operazione coinvolge in maniera così profondamente diversa uomini e donne? Perché queste ultime hanno bisogno di tre giorni per fare la stessa identica operazione che i loro mariti compiono in 45 minuti? C’è qualcosa di intrinsecamente femminile, genetico direi, nell’operazione di scegliere. Quando una donna vede tre magliette, non si limita a prendere quella che le piace di più, in relazione al prezzo: si immagina con indosso ognuna delle tre, valuta la possibile reazione degli amici, considera le possibilità di abbinamento con il suo guardaroba presente e con quello futuro, prende in rassegna tutte le sue conoscenti, parenti e colleghe, tutto il loro guardaroba e si sforza di ricordare se ha visto loro indossare qualcosa di simile, calcola la possibilità di ciascuna delle magliette di passare indenne un bucato in lavatrice, ne considera la resistenza nel tempo, compie altre centinaia di operazione o e alla fine assegna un punteggio a quelle tre magliette che memorizza. Dopo di che gira per la città alla ricerca di altre magliette con cui fare il confronto e a cui assegnare un punteggio, e dopo essere certa di aver valutato tutte le magliette distribuite in provincia, torna ad acquistare quella che ha realizzato il punteggio migliore. Che nel frattempo non c’è più perché è stata acquistata da un’altra donna che ha fatto prima il giro della provincia.
Mentre il cervello di una donna che fa shopping è impegnato ad elaborare tutti questi laboriosi calcoli, quello di un uomo è concentrato su due semplici elementi: il codice del bancomat, e la propria taglia. Che dimentica inevitabilmente, ma recupera rapidamente con un colpo di telefono alla compagna o alla mamma. Sperando non siano impegnate a fare shopping.