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Top ten delle paure da vincere per l’anno che viene

Propositi per l’anno che arriva: vincere alcune ancestrali paure che mi perseguitano da sempre. Ne ho messe solo dieci, ma ce ne sono altre due o tre che potrebbe aggiungersi…

10. Di sbagliare ingresso al multisala e guardare un film di Silvio Muccino
9. Di dimenticare il pin del bancomat dopo aver fatto lo spesone mensile
8. Di scoprire che il pin lo ricordo, ma in compenso la carta si è smagnetizzata
7. Di andare in ferie portandomi dietro le chiavi dell’ufficio, per la gioia dei colleghi
6. Di fare rifornimento con il diesel anziché con la benzina
5. Di dimenticare tutte le password, comprese quelle dei documenti in cui salvo le password
4. Di chiedere ad un farmacista del centro commerciale dove sono i dentifrici per bambini
3. Di buttare via le chiavi insieme alla spazzatura
2. Di essere scoperto in ufficio mentre riguardo il video di “Boys, boys, boys” di Sabrina Salerno
1. Di scrivere in un post qualcosa che avrei dovuto tenere per me, come nel punto precedente

Il cinghialone dodicenne

mareSono in mezzo a noi, ma non sono come noi. Sporcano, infastidiscono, danneggiano, ma contro di loro non abbiamo mezzi, nonostantr alcune proposte interessanti per contrastarne gli effetti. Sono i dodicenni cinghialoni, una delle piaghe sociali contro le quali prima o poi la nostra società dovrà svegliarsi.

I cinghialoni hanno quasi sempre dodici anni, con qualche esemplare novizio di undici o alcuni ritardari di tredici o addirittura quattordici anni. Riconoscerli non è difficile: sono quasi sempre eccessivamente pasciuti, eccessivamente numerosi, eccessivamente agitati. Sono quella massa informe che rotola giù dallo scivolo della piscina spostando talmente tanta acqua che improvvisamente vi ritrovate l’acqua alle ginocchia magari proprio nel momento in cui vi stavate rimettendo in ordine l’argenteria nel costume. Hanno la grazia di elefanti eroinomani in crisi di astinenza, sui gonfiabili sudano talmente tanto che chi li segue potrebbe usare la tavola del surf per scendere meglio. Al mare i dodicenni cinghialoni di solito giocano sul bagnasciuga con racchette con un rivestimento di legno e ossatura in cemento armato e difficilmente raggiungono tre tocchi consecutivi. In compenso però quando colpiscono la palla lanciano certi razzi terra-aria individuati dai mezzi della Nato.

C’è chi propone di rinchiuderli e impedire loro di nuocere fino a quando non compiranno tredici anni. In fondo è quello a cui serve la scuola media, che però l’estate chiude, lasciandoli liberi di colpire. C’è chi suggerisce di far loro compiere tredici anni dopo gli undici, saltando la cifra fatidica, un po’ come fanno gli americani con il tredicesimo piano. Non servirebbe, perché avemmo cinghialoni tredicenni, con la stessa iperidrosi, lo stesso accenno di ginecomastia, la stessa tendenza a rendere insopportabile l’esistenza dei vicini. Siano benedetti i Pokemon, allora, se servono a portarceli via. Penso che installerò l’app installando esche a cento metri intorno a me, in modo che funzionino con i cinghialoni come carta moschicida.

Tocca farcene una ragione: cresceranno anche loro, e diventeranno supporter renziani o tifosi di Juventus o Milan

Top-ten dei momenti in cui dire “D’Oh!”

bancomat10) Il momento in cui avvii la lavatrice e ti rendi conto che sei completamente nudo ma indossi ancora i calzini. Proprio quelli che dovranno attendere la prossima lavatrice per essere purificati
9) (oppure 10 bis) Il momento in cui avvii la lavastoviglie e ti accorgi dei cucchiaini impasticciati di gelato sotto il tavolo
8) Il momento in cui ti siedi in auto, metti in moto e ti rendi conto che hai lasciato l’autoradio nel cassetto in sala da pranzo
7) Il momento in cui arrivi in ufficio dopo le ferie e ti rendi conto che sono bastate due settimane a farti dimenticare la dannata password d’accesso
6) Il momento in cui cerchi nel portafoglio la tessera fedeltà di Mediaworld e scopri di avere con te quella di Conad, Coop, lavanderia, fondo salute e altre dieci tessere. Tutte tranne quella di Mediaworld
5) Il momento in cui assaggi lo yogurt e ti rendi conto che hai di nuovo dimenticato di controllare la data di scadenza
4) Il momento in cui escono al lotto i 4 numeri che hai sognato due giorni prima ma che non hai giocato, perché tu in queste cose non ci credi
3) Il momento in cui la mano comincia a tremare, un rivolo di sudore ti cade sugli occhi e il battito accelera prima del terzo tentativo per inserire il codice pin del nuovo bancomat.
2) Il momento in cui, dopo aver disperatamente cercato l’auto nel posteggio dell’ipermercato, ricordi di essere venuto in autobus
1) il momento in cui provi a timbrare l’ingresso in ufficio, ma la macchinetta non va, non va. Per forza. Non è la tessera giusta, che hai lasciato a casa. In compenso, ecco dov’era finita la tessera di Mediaworld!

Ridiamo per non piangere

  • camera_deputatiTutti a sud con Salvini a riprenderci i nostri soldi! – Eh ma cumenda e chi lo paga il viaggio? Guardi che la Tanzania l’è lontana…
  • Ehi ciao come stai, da quanto tempo, sei proprio tu? O forse… No scusa mi sono confuso, ti ho presa per un’altra, scusami ancora. L’Italia riconosce la Palestina. Anzi no, ma le somigliava parecchio.
  • La Rai venderà il suo asset principale, le antenne di Ray Way, ad una società che Mediaset sta per acquistare. Il ratto del Nazareno
  • Su Rainews c’è Renzi. Su Tgcom c’è Renzi. Su Giallo assassini e criminali. Vada per Giallo.
  • Grande soddisfazione di Confindustria per l’approvazione del Job Act. Ma non bisogna fermarsi: prossimi obiettivi maggiore flessibilità nel lavoro minorile e reintroduzione dello ius primae noctis.
  • Lo spessore politico della Mogherini è tale che ai colloqui con i professori per i suoi figli c’è andata la Merkel al posto suo
  • In Svizzera hanno trovato un buco che se ci caschi dentro non diventi John Malkovich, ma ci trovi un sacco di dollaroni di John Malkovich
  • 742 milioni di euro evasi all’estero. Ma la priorità era abolire l’articolo 18.
  • La Fiat assume: mille posti a Melfi. “Abbiamo bisogno di nuovi cassintegrati” ha spiegato Marchionne
  • “Mettiamocela tutta” “Mettiamocela tutta” continuano a proclamare i nostri politici nei propositi per il nuovo anno. Ma se ‘Mettiamocela tutta” sarà lo slogan del 2015, vuol dire che i tempi sono maturi per vedere Cicciolina al Quirinale ?#?leicelhasempremessatutta?
  • Bambini, quest’anno niente Babbo Natale. Abbiamo rottamato quel vecchio privilegiato: licenziato senza giusta causa e due renne di indennizzo. Ma i servizi non saranno ridotti. Al suo posto abbiamo infatti assunto un elfo cinese con contratto a tutele crescenti. Tanto poi a gennaio lo licenziamo per riassumerlo a dicembre, eh eh… Ah, dimenticavo, bambini: quest’anno niente letterina.Via la burocrazia! E poi l’elfo è analfabeta.
  • Il mio nuovo smartphone ha una fotocamera da 8 milioni di pixel. Fa delle foto sfocate ad altissima risoluzione.

Lei, lei e me

altalena– Papà, papà do andiamo?
– È domenica… Zzz… Da nessuna parte
– Andiamo a nido?
– No Serena… È chiuso il nido…zzz
– Ah. Alloa do andiamo? Andiamo a nonna?
– No, restiamo qui a casa (sgrunt…)
– Ah.
– (…)
– Papà, papà, ma do andiamo? Metto e cappe?
#?sesoloavesserolostandby

****
– Papà, papà, andiamo a vederlo al cinema?
– Eh, dipende… Se prendi parecchi “bravissima” ci andiamo
– Ma guarda che non è che posso prendere dei “bravissima” così, quando voglio. Al limite possiamo fare che ci andiamo se non prendo più nemmeno una nota. Che dici?
#farapiustradadime

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Questa non è una principessa, è una fatina, vedi? Ha le ali.
– Ah. Peò novvola.
– Perché dici che non vola? Ha le ali…
– Novvola pecché è un gioccatolo.
#nonfaunapiega

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– Dammi a cannuccia!
– Prenditela tu, non sono mica la tua serva. Oppure chiedila a papà.
##?incimaallagerarchia?

Ma papà quando ti toii quella butta babbaccia? ?
#littleimageconsultant

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– Ma papà hanno fatto una statua per un signore povero?
– Perché dici questo?
– Guarda là, sta chiedendo i soldi con il cappello…
#piazzaminghetti

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– Papà, papà, no ho niente nella mano!
– E nemmeno io, eh papà?
#excusationonpetita

“Mister, mi scaldo? No, che poi ti stanchi”

tormenta_neveNiente da fare, quel romanzo di oltre 500 pagine che da mesi attende speranzoso sul comodino vi incute timore. Non avete nemmeno il coraggio di aprirlo. E che dire di  quel saggio divulgativo sull’inquinamento ambientale, l’argomento è interessante, potrebbe essere utile apprendere delle nozioni, ma no, potreste finirlo quando ormai del mondo non sarà rimasta traccia. Per non parlare di quei racconti in inglese, mi servirà per il lavoro, sì dai non scherziamo, ogni due paragrafi ti tocca aprire il dizionario per capirci qualcosa.
Rinunciamo allora ad uno dei piaceri della vita, la lettura? Ci limitiamo ad una sfogliatina al quotidiano la domenica mattina per le quotazioni del fantacalcio? No. Un’altra possibilità, prima dell’abbruttimento dell’analfabetismo di ritorno, c’è.

Sono le storie da leggere sullo smartphone. Sui telefoni di oggi (ma ha ha senso chiamarli ancora telefoni?) possiamo leggere racconti, romanzi, riviste. Ma anche racconti brevissimi, pensati proprio per quei dieci minuti in autobus, o per lo svolgimento di funzioni vitali del ciclo digerente (svelti, prima che vostra figlia bussi alla porta del bagno!).
Oggi voglio consigliarvi un servizio del Gruppo Editoriale l’Espresso che siamo appunto storie brevi,pensato per leggere sullo smartphone. Di storie ce ne sono tante, ma io ve ne consiglio due, da cercare tra le storie top. Oltre tutto sono gratuite, mentre per altre è richiesta l’iscrizione o il pagamento di una modesta cifra.
L’autore è Rocco Citro, la mia storia prefererita si chiama “Mister, mi scaldo? No, che poi ti stanchi“. In realtà la mia passione per le battute è tale che basta il titolo a eleggere questo racconto nella mia personalissima top di sempre. Un titolo che da solo racchiude l’epica delle partite di calcetto tra quarantenni, sportivi o sedicenti tali non ancora abbastanza vecchi per passare al Subbuteo e alla Scala 40, ma sicuramenti troppo avanti negli anni per dare una parvenza di gioco al loro trottorellare affannoso in campo. Non aggiungo altro, il racconto è lì e aspetta solo di essere gustato.
Il secondo consiglio riguarda un racconto dal taglio sempre umoristico ma dai colori che sfumano nel malinconico. Si chiama “È vietato andare in bici nella tormenta” e racconta un’esperienza davvero estrema, altro che bungee jumping o parapendio: andare in bici quando nevica. Io personalmente non ve lo consiglio, d’altronde odio la neve. Però vi consiglio di leggere queste due storie. E magari di cercarne altre di Rocco:  mi ringrazierete.