Sorriso malizioso, mano che passa allusiva sulle labbra e poi sistema una ciocca di capelli, gambe accavallate e risata pronta a scattare per qualunque evenienza.
È arrivato in ufficio il collega maschio e potente, e la collegomane gioca tutte le sue carte. Il tono di voce si alza di due ottave, improvvisamente discorsi maschilisti osceni del tipo ti ho sognato stanotte e non ti dico cosa facevamo diventano umorismo intelligente e raffinato, e anche violazioni formali della riservatezza quali mani sulle spalle o buffetti sulle guance si trasformano in simpatici gesti di apprezzamento. La collegomane ama questi siparietti e non disdegna un pubblico che possa apprezzarli.
Sguardo fisso sul monitor, leggera sbuffatina, scarpe slacciate e vaffanciullo in pista di lancio.
È arrivato in ufficio il collega brutto e soprattutto privo di potere, la collegomane finge di non vederlo e solo dopo un paio di tentativi risponde con un cenno del capo e un sono molto impegnata prima di passare la richiesta a qualcun altro. Il tono di voce è basso e annoiato e improvvisamente anche chiedere dov’è l’ufficio commerciale diventa un insulto razzista non sono mica un vigile chi ti credi di essere, e avvicinarsi a meno di un metro per attirare l’attenzione e ricevere una risposta è praticamente una molestia da denuncia.
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Il cd brul? di Elio e le Storie Tese
Ieri sera ho comprato un cd e, devo ammetterlo, era da tanto che non accadeva.
L’ho comprato perché l’idea è semplice ma geniale, ed è una risposta alle case discografiche che si piangono addosso: il cd brulè di Elio e le Storie Tese. Appena finito il concerto, infatti, ci si può recare presso una bancarella con le magliette del gruppo (bellissima quella con la scritta “Autoerotismo” oltre che al doveroso tributo a Mangoni), e comprare a 12 euro un cd contenente le prime dodici canzoni… di quella sera.
Un live qualitativamente impeccabile, in cui ti riascolti,grazie a masterizzatori possenti e ottimi microfoni, lo spettacolo (o meglio la prima parte) a cui hai appena partecipato. Elio e le Storie Tese (a proposito, almeno una volta nella vita bisogna guardarli dal vivo) lo fanno già da tempo, ma solo ieri ho potuto testimoniare che l’iniziativa è davvero buona. Anche se merita una riflessione: se io ho ricevuto direttamente dai musicisti un cd con un’ottima resa e qualità audio (lontano anni luce dai bootleg di una volta) spendendo poco più di dieci euro e senza l’intermediazione di editore, produttore, direttore marketing, fonico, manager…
Siamo sicuri che tutta sta gente serva davvero?