Quand’ero piccolo mi piaceva la neve. Perché ero piccolo. E perché non c’è la neve, in Puglia.
Magari a Martina Franca, lassù, sulle vette ben oltre i 300 metri, un po’ di neve c’era. Ma dalle mie parti era giusto un’infarinatura buona per fare festa a scuola e giocare a palline di neve prima che si sciogliesse.
Quella dell’Appennino invece è neve.
È neve eccome perché ti entra nelle ossa e te le attraversa come raggi x, solo che anziché stampare una lastra stampa te su una lastra di ghiaccio.
È neve perché mentre ci affondi senti una voce dentro che si avvicina gridando “reumatismiiiiii”.
È neve perchè altro che infarinatura, quando supera un metro la frittata è fatta. Anzi, la ciambella, e inutile fare riferimenti al buco tanto si è capito di chi è la parte offesa.
È neve perché il tuo corpo nemmeno trema, tale è lo shock termico a cui si è sottoposto, e decide che è meglio congelare in fretta piuttosto che battersi e ghiacchiarsi tra inutili agonie.
È neve perché le tue gomme termiche scivolano come quelle normali, ma con più eleganza.
È neve e non è vero che sotto c’è il pane, sotto al massimo c’è la merda congelata del cane del tuo vicino che tornerà a fiorire fra qualche giorno come se appena sfornata.
Quando mia figlia ha visto la prima volta la neve, le ho detto che quella è la pupù degli angeli.
Ma mentre noi bravi genitori provvediamo subito alla rimozione, nostro Signore, con tutti gli impegni che ha, talvolta ci mette dei giorni prima di ripulire le strade.
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Oggi parlo bene di Fastweb
Parlare male di Fastweb è abbastanza facile: chiami l’192 192 e dopo pochi secondi una voce simpatica ti dice che tutto è economico, magnifico, strepitoso e che sì, hai capito bene, andrà proprio così. Poi diventi cliente, chiami l’192 193 e dopo venti minuti una voce stanca ti dice che no, non avevi capito bene, ci deve essere stato un errore, forse non l’hai letto la clausola 12465 bis, ecco il contratto lo dice chiaramente, non è così economico, non è così strepitoso, non andrà come ti aspettavi.
Probabilmente succede anche con gli altri operatori. Però oggi di Fastweb voglio parlare bene, perché la loro tv ha finalmente proposto un servizio intelligente, utile, una "killer application", come si dice in gergo: un’idea il cui rapporto costi benefici determina il successo di una tecnologia. Si tratta di Replay-TV: hai possibilità di accedere agli ultimi tre giorni della programmazione Rai, Mediaset e La 7-MTV, comodamente da telecomando.
Senza aver programmato nulla, senza aver registrato nulla: semplicemente, ti puoi tranquillamente vedere i Simpsons che hanno trasmesso mentre eri in palestra il sabato pomeriggio. O quel film che hanno dato su Rai Tre alle quattro del mattino. Ognuno ha poi i suoi gusti, ma si tratta della prima vera applicazione della tv a pagamento che mi conquista. Calcio, cinema, eventi a pagamento, tutta roba interessante che non mi ha conquistato. Ma la possibilità di rivedere quelle tre trasmissioni che mi interessano quando voglio mi ha convinto.
Unica grossa pecca attuale: il limite dei tre giorni, che spero porteranno a sette, dal momento che come me immagino che in tanti siano interessati a vedere nel weekend quello che non hanno visto in settimana. Quasi quasi chiamo l’192 192, una ragazza gentile mi dirà che sono disponibili non 7 ma 77 giorni registrati.
Lo so che è falso, ma in fondo questi numeri servono solo a farci sognare…
Babbo Natale e la sfida della concorrenza – 3 –
– Il problema è grave: i bambini non credono più in me! E non è perché credono nella Befana o nell’angioletto. E neanche perché sono buddisti o musulmani. Non credono più a nulla! Guardate questi dati, date un’occhiata al questionario che abbiamo preparato sulla customer satisfaction. I bambini non credono più in me! Pensano che i regali vengano direttamente dalla carta di credito dei genitori. Allora?
– Allora quest’anno finalmente facciamo vacanza anche noi a Natale?
– Risparmiatemi queste spiritosaggini. Da voi voglio soluzioni, non problemi!
– E’ arrivato il momento di domandarci non cosa può fare l’azienda per noi, ma cosa possiamo fare noi per…Ops..scusate. Questa la dico sempre ma stavolta non è il caso…
– Basterà trovare un bambino – sussurrò una voce dal fondo della stanza. Non era uno dei membri del consiglio d’amministrazione: era la voce di una inserviente che stava cambiando la bombola dell’acqua per il distributore della sala.
– Un bambino?
– Un bambino che crede al Natale. Se lui ci crede, e ci crede davvero, lo racconterà al suo amico, e poi al suo compagno di banco, e la notizia si spargerà…Fino a quando lo spirito del Natale non si sarà diffuso di nuovo.
– Uhm…chi è lei signorina?