Alla fine è arrivato anche lui. Il quinto cestino della spazzatur in casa mia. Dopo l’indifferenziato (e pensare che una volta c’era solo lui), l’organico, il vetro, sono arrivati anche plastica e carta (che prima erano uniti). A parte le pile e i medicinali scaduti, che per ora non hanno un cestino loro ma spingono per ottenenerlo…
Niente da dire sull’importanza della raccolta differenziata, se fatta bene è l’unica speranza per una società sprecona come la nostra. Però in cuor mio spero che il quinto cestino sia l’ultimo: persino il mio istinto ecologista va in crisi all’idea che un giorno potremo avere un cestino per la finta pelle, un cestino per il legno, uno per il legno Ikea, uno per l’organico vegetale, uno per l’organico animale, uno per le bottiglie di vetro, uno per i barattoli, uno per i pannolini con il ripieno, uno per quelli senza, uno per tutti i quotidiani, uno per il Giornale e Libero (vanno smaltiti con procedure apposite)…