Loro avevano capito tutto. Per i criminologi da salotto televisivo la tragedia di Avetrana (si perché è una tragedia, e non un “giallo”) non ha mai avuto segreti.
L’avevano capito che Sara era fuggita di casa perché avevano interpretato alcuni messaggi su Facebook da cui si captava la voglia di andare via. L’avevano capito che le fiaccolate non avrebbero scosso l’opinione pubblica perché il contesto era quello del sud omertoso. L’avevano detto, loro, che il ritrovamento del telefonino (lasciato per giorni davanti alla caserma e dentro un supermercato) era uno straordinario risultato investigativo. Avevano percepito, dal modo in cui lo zio apriva il cancello, l’esibizionismo tipico del maniaco sessuale. Avevano sicuramente realizzato che Sabrina erano coinvolta.
Come no.
Mi piacciono telefilm comme il Dottor House, The Mentalist, Castle, Lie to me, dove al genio di turno basta pochi dettagli per analizzare le persone e trarre deduzioni infallibili.
Ma non so voi, io nei salotti televisivi di geni in giro non ne vedo tanti.
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Chiamo io o chiami tu?
Sotto l’ombrellone, mentre i bambini giocano sulla riva e la moglie prende il sole; a teatro, parlando a bassavoce per non infastidire troppo gli attori che, si sa, sono permalosi; a cena con gli amici. Sono solo alcuni dei casi in cui ormai nessuno più si scandalizza se osserva un uso quantomeno aggressivo del cellulare. Non c’è niente di male, direte voi. Infatti.
Se non fosse che sotto l’ombrellone si parla con lo zio, che abita al piano superiore e che si rivedrà dopo due ore; al teatro si racconta l’ultima novità al collega, in anticipo rispetto alla pausa caffé del giorno dopo; a cena con gli amici si chiacchiera al cellulare con altri amici. Non sto parlando di comunicazioni di servizio (ho lasciato le chiavi sul tavolo, vicino alla frutta), parlo di lunghe conversazioni.
E allora? Possibile che non si possa fare a meno di comunicare con persone con cui comunichiamo già tutto il giorno? Sarebbe bello se fosse possibile inserire un microchip che attiva le conversazioni solo se l’interlocutore è a più di trenta chilometri di distanza.
Negli altri casi, muoviti e parlagli di persona, imbecille.