Ieri ho intravisto in televisione un momento epocale, che ben rappresenta certi di media di oggi: un dialogo incomprensibile tra sordi ostinati. L’ho pensato guardando alcune scene di quel capolavoro del kitsch che è stato l’MTV Awards di Roma, che è riuscito a trasformare la poesia della notte della capitale in un’accozzaglia mostruosa di decorazioni da discoteca trash, luci da centro commerciale di periferia e prestazioni vocali risibili. Ma il bello è stato vedere il conduttore nero (chi è? In che mondo vivo se non ho la più pallida idea di chi sia quell’uomo che suppongo sia famoso?) iper proteico, palestrato e ricoperto di vestiti orripilanti che parlava e scherzava in un inglese gergale come se fosse stato ad Harlen.
E quei 200 mila romani se ne stavano lì e urlavano, non capivano un emerito fico secco di quello che il palestrato raccontava, eppure gridavano yeah, oh, ale, a tutto andare. Al fusto non importava granché di quel pubblico, come succede sempre quando il pubblico non è pagante: deve solo strsene buono e fare chiasso quando l’inquadrano e quando il cantante grida Ciao, Roma! esaurendo le 8 lettere di italiano che conosce. Poi magari fra quei 200 mila romani c’era qualche afroamericano, o qualcuno che conosce bene le lingue. Può darsi. Oppure davvero non c’hanno capito un fico secco. Resta l’impressione che organizzare uno spettacolo da Madison Square Garden a Roma non sia una gran trovata: tanto vale starsene al Madison Square Garden. Do ya know what I mean, man? Yeah!!
PS Vogliamo parlare dei gladiatori che hanno accompagnato l’ingresso del Mastro Lindo nero in biga? Vogliamo parlarne?
PPS Chi è quel mastrolindo nero che ha condotto la trasmissione? ? davvero famoso? E perché nessuno me lo ha detto?