Un futuro monacale

Amici tranne...

Nella palestra che frequento c’è un ragazzo giovane il cui compito è tenerla aperta negli orari più scomodi, per esempio a tarda sera o durante il fine settimana.

È un ragazzo educato, io personalmente mi limito a salutare perché ho sempre poco tempo, grugnisco qualcosa e lo libero dai suoi doveri di ospitalità. Tanto lo so che lui preferisce chiacchierare con le ragazze, non gli faccio perdere minuti preziosi.

Oggi l’ho visto impegnato con una ragazza giovanissima, la conversazione sembrava più accesa del solito, io come di consueto ho pensato ai fatti miei.

Più tardi però l’ho visto stordito, messo all’angolo, difendere le sue orecchie sanguinanti con argomenti terra terra da neoliberista fascista all’acqua di rose, argomenti da ragazzo che tiene aperta la palestra, insomma.

Lei invece gli puntava contro il dito sollecitando la necessità impellente di riaprire un dibattito profondo e scevro da sociologismi artefatti che rifletta in maniera franca sulla condizione femminile subalterna nel contesto contemporaneo.

L’ho lasciato lì, grugnendo divertito.

Che tu e il tuo personaggio siate maledetti, Valerio Mastandrea.
Già era difficile rimorchiare prima. Ma adesso.

Per i giovani d’oggi la prospettiva di una vita monacale si fa sempre più concreta.