Torno adesso da un paio di giorni trascorsi a Lisbona, meravigliosa città a cui spero prima o poi dedicherò una pagina di diario (in questa sezione).
Ma non è di questo che voglio scrivere, ma dell’impressionante sensazione che ci sia una fantasma grigio che attaversa l’Europa. Quello delle coppie – o anche comitive ci cinque o sei persone – di amiche non più giovanissime in viaggio. Con le loro unghie dei piedi smaltati e il marsupio sui fianchi, furoreggiano rancorose e indispettite verso un mondo che non le ha capite. Il ristorante è sempre peggiore di quello di ieri, il museo non è gradevole come la guida diceva, il tram in ritardo.
Torneranno a casa con le loro foto sempre in solitaria, perché si fotografano l’un l’altra: non si fidano di passare la macchina fotografica ad un altro turista.
Però ogni tanto sospirano e un pensiero malinconico si insinua tra un’incazzatura e l’altra