L’inglese, è stato detto tante volte, è una lingua che fa della flessibilità la sua forza. I neologismi inglesi entrano ed escono nel lessico con una velocità impressionante, oggi si parla di “phising” e “toothing” mentre in Italia stiamo ancora digerendo “customizzare” e “cliccare” (qualcuno ancora scrive clickare!). Per cui, chi si occupa di tecnologia spesso è abituato ai termini inglesi, così come chi si occupa di finanza, medicina, e chissà quanti altri campi del sapere. Ma finchè i termini inglesi (o, più in generale stranieri) non hanno corrispondenti italiani, ben vengano. Ma perchè da qualche tempo a questa parte sento spesso dire “why not” quando “perché no” funziona benissimo? Abbiamo fatto una considerazione sul progetto e ci siamo detti why not…Nei confronti di questa iniziativa abbiamo un attegiamento aperto e costruttivo, abbiamo pensato why not…E via andare. Ovviamente non lo digerisco, non lo sopporto, non lo tollero.
La prossima volta che sento dire “why not” risponderò “because you’re a nerd”. Chissà in quanti capiranno.
Un commento su “Why not”
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Vorrei raccontarti un aneddoto…qualche mese fa rientrai in italia per le vacanze. Durante il mio viaggio di ritorno mi fermai a Milano in un locale molto IN.Io ero in tuta, tutti in giacca.Prima di andare via sento una conversazione:’forse queste ragazze hanno diritto di prelazione su questo tavolo..vabe’ in effetti potremmo fare un po di sharing…’ cosaaaaaa fare un po di sharing? diritto di prelazione?? bleah ho capito perche sono scappata dall’Italia…